RETTIFICA DEL 21 GENNAIO 2020 In merito a quanto riportato nell’articolo seguente ci è giunta richiesta di pubblicazione di una precisazione il cui testo è raggiungibile cliccando qui.

Non c’è pace per il MoVimento 5 Stelle in Calabria in vista delle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. La nuova “grana” a scoppiare tra i grillini è quella relativa al capolista nella circoscrizione di Cosenza, l’avvocato 51enne Vittorio Bruno. E com’era accaduto al candidato governatore M5s Francesco Aiello, costretto a giustificare il legame di parentela con un cugino di primo grado boss di ‘ndrangheta, Luigi Aiello, anche Vittorio Bruno deve rispondere di un “legame di sangue” quanto meno imbarazzante. Quello col padre, Paolo, il cui nome figura nella lista di appartenenti alla P2 di Licio Gelli. Per dieci anni consigliere regionale, deputato per due legislature con il Psi e con il Psdi e per due volte sottosegretario, Paolo Bruno – scrive La Repubblica – “è il “fratello” n.181 fra quelli reclutati da Gelli nella loggia massonica segreta, che progettava di sovvertire la Repubblica con il valido contributo della galassia neofascista, sciolta e messa fuori legge come organizzazione eversiva, pericolosa per la stabilità democratica del Paese”.



VITTORIO BRUNO, PADRE NELLA P2 PER CAPOLISTA M5S A COSENZA

Nonostante questa “eredità” ingombrante, Vittorio Bruno non ha avuto particolari problemi a farsi strada nel MoVimento 5 Stelle, anzi. Prima di “scendere in campo” in prima persona, il 51enne ha lavorato a lungo come assistente dell’eurodeputata Laura Ferrara che, per difenderlo dalle polemiche interne al MeetUp di Cosenza, lo ha blindato definendolo come una delle “tre figure che rispondono a requisiti di stretta fiducia prima ancora che di competenza”. Quella per la politica, stando ai suoi trascorsi, è una passione irrefrenabile. Come riportato da La Repubblica, Bruno “nel 2005 compare fra gli aspiranti consiglieri regionali per l’Alleanza Popolari e Repubblicani Europei per la Calabria, ma con poco più di mille voti gli va male. L’anno dopo, alle politiche del 2006 ci riprova, ma sotto le bandiere di un altro partito, l’Italia dei Valori. E colleziona un’altra delusione. E adesso ci riprova”. Come andrà questa volta?



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