Vittorio Cecchi Gori condannato per il crac della Fiorentina. Il tribunale civile di Firenze ritiene che l’ex produttore cinematografico sia l’unico responsabile del fallimento della società viola e che abbia usato il club come «cassa continua» per le altre aziende del gruppo. Cecchi Gori, già condannato a tre anni e quattro mesi per bancarotta, dovrà versare oltre 19 milioni di euro di risarcimento per il danno provocato dal dissesto della Fiorentina nel 2002. Sono state invece respinte le richieste di risarcimento di consiglieri, amministratori e membri del collegio sindacale. La sentenza di 39 pagine parla chiaro e scagiona da ogni addebito gli altri consiglieri e amministratori, tra cui Mario Sconcerti, Luciano Luna e Ottavio Bianchi. Secondo i magistrati, tra il 1998 e il 1999 Vittorio Cecchi Gori avrebbe usato la Fiorentina come cassa continua a cui attingere per tamponare la crisi del suo gruppo. Ad esempio, i 67 miliardi di lire ottenuti in prestito da Merril Lynch, grazie a crediti futuri derivanti dalla vendita degli abbonamento allo stadio fino al 2010, furono dirottati verso altre società che versavano in cattive condizioni.
VITTORIO CECCHI GORI CONDANNATO PER CRAC FIORENTINA
Nella sentenza si legge che seguì «un periodo di progressivo indebitamento e maturò un ulteriore debito di 180 miliardi che venne risolto dagli amministratori con la cessione pro solvendo dei diritti verso la Lega calcio conseguenti alla vendita dei giocatori Toldo e Rui Costa». La situazione continuò a precipitare, scrivono i magistrati, dopo l’aumento di capitale di 25 miliardi. Alla fine restò un debito di 20 miliardi che impedì alla squadra di raggiungere quei parametri di bilancio indispensabili per l’iscrizione al campionato di Serie B. L’effetto domino innescato da ciò portò la squadra al fallimento. Per i giudici del tribunale civile di Firenze fu Vittorio Cecchi Gori l’ideatore di quelle operazioni, quindi ha inflitto un risarcimento record pari a 19 milioni e 75mila euro. Ma l’avvocato Gianfranco Passalacqua, che difende l’ex patron della Fiorentina, ha annunciato, come riportato da Repubblica, che farà ricorso in appello. «Stiamo per presentare richiesta di risarcimento per 300 milioni contro la curatela fallimentare, che all’epoca avrebbe potuto impegnare il provvedimento di esclusione dalla serie B ma non lo fece, con le conseguenze che conosciamo».