Vittorio Cecchi Gori è fuori pericolo: l’annuncio del suo portavoce

Vittorio Cecchi Gori è uscito dal reparto terapia intensiva del Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato ricoverato la scorsa settimana in seguito a una crisi respiratoria. Le condizioni dell’imprenditore sono migliorate e hanno consentito il trasferimento al reparto riabilitazione dove si tratterà per qualche giorno, in attesa di altri accertamenti.



Oggi l’ho trovato molto meglio. Con lui c’erano Rita Rusic e il figlio Mario, molto amorevoli con lui. Gli sono accanto su tutto. Rita mi ha chiesto di non abbandonarlo quando uscirà. Il suo problema è la solitudine nel quotidiano” ha dichiarato il portavoce di Cecchi Gori Emilio Sturla Furnò, che è rimasto accanto al suo amico mentre era in terapia intensiva.



Vittorio Cecchi Gori, il ricovero per una crisi respiratoria

L’imprenditore, la scorsa settimana, è stato ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Gemelli, in seguito a una crisi respiratoria. A dare la notizia, la trasmissione Storie Italiane in collegamento con l’inviata Giovanna Savini dalla struttura ospedaliera: “Una notizia che è rimasta riservata fino a qualche ora fa, a inizio settimana Vittorio Cecchio Gori è stato nuovamente ricoverato in terapia intensiva per l’aggravarsi delle condizioni di salute, da indiscrezioni sappiamo che c’è un quadro di instabilità clinica molto serio, Cecchi Gori è continuamente monitorato e già nel 2017 era stato ricoverato per un’ischemia cerebrale al Policlinico.



E ancora: “In virtù dell’aggravarsi delle condizioni cliniche c’era stato un riavvicinamento con la sua ex moglie Rita Rusic” ha dichiarato la giornalista. ” L’inviata continua: “Cecchi Gori, da indiscrezioni, dovrebbe essere stato ricoverato ad inizio settimana, fra domenica sera e lunedì mattina, notizie da confermare. Le condizioni cliniche di Cecchi Gori erano peggiorate negli ultimi tempi in virtù delle quali aveva ottenuto anche una sospensione della pena da 8 anni per il crack della sua casa cinematografica per cui era in regime di detenzione domiciliari“.