Christian De Sica e papà Vittorio: un legame molto forte e allo stesso tempo particolare e molto personale tra figlio e padre: di questo e altro aveva parlato durante la sua ultima ospitata a “Verissimo” il 71enne attore e regista romano. E la riproposizione dell’intervista nel format estivo “Le Storie” del talk show in onda su Canale 5 (ore 16.30) che il comico capitolino aveva concesso a Silvia Toffanin è l’occasione per scoprire qualcosa in più del loro rapporto, non solo a livello professionale (dove spesso Christian ha dovuto convivere con l’ombra di uno dei mostri sacri della cinematografia mondiale ma soprattutto privato.



Che papà è stato con me? Ricordo che quando ero giovane studiavo Lettere all’Università, ero pure bravo anche se ho dato solo sette esami: e lui si vantava con gli amici dato che era un semplice ragioniere. Poi quando ha saputo che andavo in giro per Milano e nelle balere con Massimo Boldi e il suo complesso per poco non gli è preso un colpo… Quando è morto io avevo solo 23 anni ma se avessi continuato con gli studi universitari oggi sarei un fallito” aveva scherzato Christian De Sica, che alla Toffanin ha poi raccontato che tipo di padre era Vittorio e come fosse molto diverso tra le mura domestiche rispetto a quella che era la sua immagine pubblica.



VITTORIO DE SICA, PAPA’ DI CHRISTIAN: “NON HA FATTO IN TEMPO A INSEGNARMI DI PIU’ E…”

“Lui è stato sempre molto affettuoso, anche quando oramai avevo diciotto anni voleva che mi sedessi sulle sue ginocchia… Poi un giorno abbiamo scoperto che festeggiava due volte il Natale dato che aveva due famiglie, infatti io ero il figlio della sua amante ma fino ad allora non aveva mai avuto il coraggio di dirlo e così era costretto a dividersi tra due case” ha ricordato De Sica jr. accennando alle cene che il papà faceva da loro prima di scappare in taxi da una parte all’altra di Roma per festeggiare assieme all’altra famiglia. “Il bello è che le due donne sapevano tutto e si odiavano, poi quando lui è venuto a mancare ecco che sono diventate amiche!”.



Ad ogni modo nel racconto di figlio, De Sica trova il modo di romanzare in modo anche tenero la vita del padre: “Quanti fratelli ho contato? Al momento cinque… Comunque papà diceva sempre che lui non manteneva cinque famiglie ma una vera e propria cooperativa: all’epoca forse c’era molto più maschilismo ma va detto che lui è stato un uomo estremamente generoso e straordinario, era davvero innamorato di tutte e due le mogli” ha aggiunto De Sica, accennando poi con una punta di amarezza e nostalgia a tutto ciò che non è stato dato che Vittorio è morto quando lui era un ragazzo. “Cosa ho ereditato? Poco, potevo ereditare di più e sarei stato anche più bravo: sicuramente una grande serietà sul lavoro, non ho mai alzato la testa. Lui mi avrebbe potuto insegnare alter cose ma non ha fatto a tempo: era un uomo speciale, genio e sregolatezza ma anche molto semplice e disponibile tanto che quando tornava a casa non parlava mai di attori o di cinema… Metteva le pantofole e guardavamo assieme la partita in tv”.