Grave lutto per Vittorio Di Battista, papà dell’ex parlamentare Alessandro. È morta sua moglie Maria Grazia Mercuri, dopo una lunga malattia. Proprio nei giorni scorsi l’esponente del MoVimento 5 Stelle aveva pubblicato su Instagram una foto di lui da bambino con i suoi genitori e la sorella Maria Teresa. Oggi la conferma, anche con messaggi di cordoglio che compaiono sulla pagina Facebook di Vittorio Di Battista. Tantissimi attivisti M5s e persone comuni hanno voluto esprimere le loro condoglianze a Vittorio Di Battista. Nei mesi scorsi era finito sulle cronache per la crisi della sua azienda familiare, la Di.Bi. Tec, che commercializza apparecchi sanitari a motore. Si parlò di debiti verso le banche, fornitori e dipendenti ufficiali, tutto accompagnato dallo scandalo per l’impiego di lavoratori a nero, come da sua stessa ammissione. Quella di Vittorio Di Battista è una figura molto complessa, che spesso sui social riversa le sue durissime riflessioni politiche. Camerata dichiarato, ex consigliere dell’Msi ribattezzato “Littorio”, spara a zero contro tutti, anche 5 Stelle. Li ha anche definiti «la corazzata di Fantozzi».



VITTORIO DI BATTISTA, PAPÀ ALESSANDRO: LE POLEMICHE SOCIAL

Vittorio Di Battista ha spesso, senza volerlo, costretto suo figlio Alessandro a minimizzare le sue dichiarazioni. «Mio padre fascista? Sì, ma è il fascista più liberale che conosca. Un fascista per le unioni civili». Spiegò infatti che a suo padre «piace provocare, è nel suo carattere. Io lo stimo perché mi ha insegnato questa irriverenza». Ma con i cronisti è molto più che irriverente, diciamo che in certi casi pecca di “eccesso di agonismo”. Nelle scorse settimane ha attaccato il ministro grillino Vincenzo Spadafora. «Se non fosse stato (???) del Movimento, il ministro Spadafora cosa sarebbe stato, un democristiano? Macché, il ministro Spadafora non “sarebbe stato” un democristiano, egli è un democristiano. Non sarebbe stato ministro, questo, sì. Scusate, ho scritto “del Movimento” ma volevo dire “nel”. A proposito, chi ce lo ha messo, Rosy Bindi o Cirino Pomicino?». Ma non sono mancati gli attacchi al capo politico M5s Luigi Di Maio dopo le elezioni europee («Che pena Di Maio») e quelli a Matteo Salvini poco prima della crisi di governo («Sono preoccupatissimo, il Cassoeula, più grasso e sudaticcio del solito, stasera “manda a quel paese” Di Battista. Eilà, Dudù, con chi ce l’hai? A me lasciami fuori, Siri non lo conosco, Rixi non so chi sia i rubli non li ho mai visti»).



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