Chi era Maria Mercader, madre di Christian De Sica

Christian De Sica è figlio d’arte sia da parte di padre, il celebre Vittorio De Sica, maestro del neorealismo italiano, che di madre. Anche lei, infatti, era un’attrice molto popolare. Stiamo parlando di Maria Mercader, attrice catalana classe 1918, scomparsa quasi 11 anni fa a 92 anni. Figlia di Pau Mercader Marina e di Caridad Mercader, la mamma di Maria Mercader era una guerrigliera spagnola e spia sovietica. La donna era anche sorella minore di Ramón Mercader, l’uomo accusato di aver ucciso Lev Trotsky in un’imboscata in Messico, su ordine dello stesso Stalin, il presidente sovietico, a capo dei bolscevichi. Trasferitasi in Italia, nel 1942 sul set di “Un garibaldino al convento” conosce Vittorio De Sica che si innamora di lei. Successivamente lavora in “Se io fossi onesto” (1942) di Carlo Ludovico Bragaglia con De Sica e “Buongiorno, Madrid!” (1942) di Max Neufeld e Gian Maria Cominetti. Sempre durante gli anni ’40 continua a prendere parte a numerose pellicole come: “Musica Proibita” (1942) e “Il treno crociato” (1943) entrambi di Carlo Campogalliani.



Il padre di Christian De Sica è il celebre Vittorio

Christian De Sica come molti sanno è il figlio del grandissimo padre del neorealismo italiano. Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica nacque il 7 luglio 1901 a Sora. Nel 1932 ottiene il suo primo successo cinematografico interpretando Bruno nel film ‘Gli uomini… che mascalzoni!’, di Mario Camerini, un trionfo alla Mostra di Venezia. Nel 1933 fonda una compagnia teatrale con Giuditta Rissone, che diventerà sua moglie nel 1938. Subito dopo nasce la prima figlia Emy. L’esordio alla regia è del 1940 con ‘Rose scarlatte’, di cui è anche protagonista. Il film della svolta della sua carriera, che segna l’inizio della feconda collaborazione con lo sceneggiatore Cesare Zavattini, è ‘I bambini ci guardano’ (1943), la storia di una famiglia divisa vista dall’occhio di un bambino sballottato tra genitori e parenti. Nel dopoguerra dirige due opere che figurano tra i capolavori del neorealismo: ‘Sciuscià’ (1946) e ‘Ladri di biciclette‘ (1948), che vincono entrambe l’Oscar speciale, successivamente sostituito dal premio per il miglior film straniero.

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