Il direttore del quotidiano Libero, il noto giornalista e opinionista tv, Vittorio Feltri, è stato rinviato al giudizio per il famoso titolo “Patata bollente”. Le accuse nei confronti del collega sono quelle di diffamazione a mezzo stampa aggravata per il titolo, e il relativo articolo. Nel pezzo si parlava del sindaco di Roma, Virginia Raggi, con sottotitolo “La vita agrodolce della Raggi”, e ancora: “La sindaca di Roma nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali. La sua storia – scriveva ancora Feltri – ricorda l’epopea di Berlusconi con le olgettine, che finì malissimo”. Pronto è arrivato il commento dello stesso primo cittadino capitolino, che ha affidato il proprio pensiero sulla vicenda a Facebook: “Un articolo condito dai più beceri insulti volgari e sessisti. Nessun diritto di cronaca esercitato e di critica, solo parole vomitevoli”.



VITTORIO FELTRI A GIUDIZIO PER ‘PATATA BOLLENTE’: “NON C’ENTRO CON QUEL TITOLO”

Secondo la Raggi, il rinvio a giudizio di Feltri, (il che significa che lo stesso direttore di Libero dovrà subire un processo), rappresenta “un primo importante risultato. Non tanto per me, ma per tutte le donne e tutti gli uomini che non si rassegnano a un clima maschilista, a una retorica fatta di insulti o di squallida ironia”. La Raggi aggiunge anche che “il mio pensiero va a tutti coloro, donne e uomini, che hanno subito violenze favorite proprio da quel clima”. Poi la Raggi conclude il suo intervento social scrivendo: “Gli pseudo-intellettuali, i politici e alcuni giornalisti che fanno da megafono ai peggiori luoghi comuni, nella speranza di vendere qualche copia o conquistare qualche voto in più, arrivano persino a infangare la memoria di figure istituzionali come Nilde Iotti o a insultare le donne emiliane e romagnole. Patata bollente e tubero incandescente mi scrivevano… io non dimentico… vediamo come finisce in Tribunale questa vicenda”. Il titolo della testa risale al 2017, ma Feltri, all’Adnkronos, ha spiegato di essere estraneo alla vicenda: “Personalmente con la ‘patata bollente’ non c’entro e non penso di aver mancato di rispetto alla sindaca. Io ho scritto un pezzo dove mettevo in rilievo alcune contraddizioni, senza attacchi sul piano personale. Non posso parlare di un titolo che non ho fatto io – ha ribadito Feltri – e non posso risponderne io. Spesso mi arrivano querele come se fossi io il direttore responsabile“.

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