Il noto giornalista e direttore di Libero, Vittorio Feltri, ha pubblicato nelle scorse ore sul proprio giornale un retroscena riguardante Adriano Celentano, il molleggiato, risalente ad una vecchissima puntata di “Fantastico”, varietà di casa Rai Uno, stagione 1987. “Quello che si è visto sul teleschermo è il meno – esordisce il buon Feltri sulla carta stampata – la parte più spettacolare – e divertente, se presa per il verso giusto – si è svolta dietro le quinte. Peccato. Perché l’ utente, se avesse assistito al retroshow, una volta tanto non avrebbe rimpianto i soldi del canone”. Il direttore di Libero racconta di come i suoi giornalisti si presentarono alle ore 15:00 per le prove della seconda puntata dello show di Celentano, presso gli studi di via Montezebio 25. Peccato però che nessuno potette assistere alle prove dal vivo, per ordine dello stesso molleggiato: «Adriano ha ordinato così – le parole del funzionario Maurizio Turrioni, come scrive Libero.it – pretende di non essere disturbato».
VITTORIO FELTRI, E LO SHOW DI CELENTANO “COME SE DA QUEL PROGRAMMA DIPENDESSE IL DESTINO DELL’UMANITA’…”
I giornalisti vennero quindi messi in una stanza ad assistere alle prove via monitor senza audio: si vedevano solo le immagini. La situazione si scalda quando fra gli addetti ai lavori qualcuno domanda di rivelare quale sarà la battuta di Celentano per rimediare alla nota gaffe sui meridionali della prima puntata: «Che è ‘sta storia? – dice qualcuno – Fuori la gag». Niente da fare, la Rai eregge delle barriere, considerando “i cronisti come agenti del Kgb – scrive ancora Feltri – cioè spie di Berlusconi”. A dare man forte a Turrioni giunge quindi Mario Maffucci, capostruttura della Reteuno: “E parla del programma – scrive Feltri – come se dall’ esito dipendessero i destini dell’ umanità. Il suo motto potrebbe essere: vincere o morire in un bicchier d’ acqua”. Alle 20 quindi si aprono le porte del teatro Delle Vittorie, ed entra in scena Celentano: ovazione da parte del pubblico pagante e il programma che scorre via fra applausi e gag. Dopo lo show, la Rai acconsente ai giornalisti di intervistare i vari protagonisti, a mezzanotte passata: “La claque domina anche la conferenza stampa – conclude Feltri – ad ogni parola degli attori, applausi e moine. L’ autoglorificazione va avanti trenta minuti, fra banalità e luoghi comuni. Maffucci gongola. Forse è convinto che mezza Italia, grazie a lui, abbia avuto un sospiro di sollievo. E se fosse proprio così? Poveri noi”.