Vittorio Feltri scatenato nel corso di Un giorno da pecora. Il direttore di Libero ha commentato così le dichiarazioni di Massimo Cacciari, che ha affermato di tagliarsi i capelli da solo: «Ho letto, mi sono un po’ stupito: per me è già una rottura di scatole andare una volta al mese dal parrucchiere, se poi dovessi tagliarmeli io preferirei spararmi». Prosegue Feltri: «I miei sono grigi, anzi bianchi, la cosa mi lascia nella più totale indifferenza. Riflessante? Non mi offenda così. Metto un prodotto che impedisca l’ingiallimento del bianco, che sa di sporco. Fanno schifo i capelli gialli, a 70 anni non si può diventare biondo». E evidenzia: «Io non mi tingo i capelli, mica sono Berlusconi che la moquette in testa. La sua è una moquette: a lui piace così, a me non me ne frega niente».



VITTORIO FELTRI SU SELFIE E ATALANTA

Vittorio Feltri ha poi evidenziato sulla moda dei selfie: «Non c’è nulla che rompe le scatole come i selfie. Se me lo chiedono, per un minimo di garbo, accetto di farlo, ma dentro di me c’è un bollore d’ira perché mi dà fastidio questa abitudine consolidata, è un’epidemia. Anche se me lo chiede una donna? Per indole naturale preferisco le donne ai maschi, ma anche per quanto riguarda i selfie mi scoccio di farli sia con le donne che con gli uomini, un po’ meno con le donne». Infine, un commento su Lazio-Atalanta: «Io sono un appassionato di calcio ma non sono un tifoso, ho accettato l’esito del campo senza fare tante storie: mi sono messo di cattivo umore perché sul primo tempo, sullo 0-0, l’Atalanta ha colto un palo e le è stata negata un rigore su un fallo di mano che anche un ipovedente avrebbe visto. E non è finita qui: qualora fosse stato fischiato il rigore, sarebbe stato anche espulso l’autore del fallo. Si tratta di un furto con destrezza».

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