Vittorio Feltri choc, “Mia moglie morì di parto a 20 anni e…”

Vittorio Feltri si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera. Il giornalista e direttore editoriale di Libero si è lasciato andare a delle confidenze private molto intime e inedite. Infatti Feltri ha rivelato che la moglie morì a 20 anni di parto e che si ritrovò a dover gestire due gemelline: “Da ragazzo vinsi un premio per il miglior tema, mi mandarono a leggerlo in una classe femminile. Applaudirono tutte, tranne una: la guardai di brutto, incrociai due occhi stupendi. Era Maria Luisa Trussardi. Ci scambiammo qualche bacino, sul muretto, ma poi mi innamorai di un’altra Maria Luisa. Lei rimase subito incinta, matrimonio riparatore e in ospedale mi trovai due bambine. Quando mi dissero che erano due gemelline, quasi svenni. Mi fecero un’iniezione, passai dalla disperazione all’euforia. Le chiamai Laura e Saba, come il mio poeta preferito. Ma la disperazione tornò subito: mia moglie morì di parto, aveva 20 anni”.



Vittorio Feltri ha poi raccontato di aver portato le bambine al brefotrofio e di aver conosciuto in quell’occasione Enoe: “Non sapevo cosa fare con due neonate, le portai al brefotrofio. Mi guardai attorno, c’erano tante impiegate e scelsi quella con le gambe più belle. La corteggiai e la sposai: Enoe ha fatto da madre alle bambine e le sarò per sempre grato. Insieme abbiamo avuto Fiorenza e Mattia, ma considero mio figlio anche Paolo, il figlio della sorella di mia moglie. Ho sempre amato Mattia, gli davo come compito scrivere i pensierini sulla sintesi delle partite alla Domenica Sportiva. Lo amo ancora, vorrei solo che mi chiamasse di più”.



Vittorio Feltri e il suo futuro professionale: “Sogno di candidarmi…”

Vittorio Feltri ebbe un’infanzia felice fino alla morte del padre Angelo. Nell’intervista al Corriere della Sera, Feltri ha infatti raccontato: “Il mio primo ricordo è la morte di mio padre Angelo, quando avevo sei anni. Lui ne aveva 43 e fu ucciso dal morbo di Addison, da cui oggi si guarisce con due iniezioni di cortisone. Due ore prima di andarsene volle vedere me, mio fratello Ariel e mia sorella Marianna, come una sorta di benedizione. Non so se mi riconobbe. Mia madre vendeva la pasta Combattenti, la sera attendevo alla finestra il suo ritorno. E quando la vedevo arrivare, correvo per le scale per abbracciarla stretta”.



Vittorio Feltri ha poi commentato il nuovo governo di Giorgia Meloni: “Giorgia Meloni è una grandissima leader, come capo di governo deve ancora dimostrare tutto. L’importante è approcciarsi con garbo all’Europa, che è come un grande condominio e noi siamo l’inquilino moroso. Cioè l’ultimo che può dire “Da domani faccio il c***o che mi pare”. Lorenzo Fontana non mi piace, Ignazio La Russa si atteggia a mussoliniano ma in realtà è liberale. Renzi è bravo e abolire il Senato era giusto, ma i governi perdono sempre i referendum”. In futuro intanto Vittorio Feltri sogna di candidarsi alle regionali in Lombardia: “Mi piacerebbe candidarmi alle prossime regionali, fare qualcosa per la mia Lombardia. Dopo la morte c’è solo il cimitero, l’uomo ha bisogno di immaginarsi immortale ma è un’illusione”, ha detto.