“Ora chi mi chiamerà così lo querelo!”. È un Vittorio Feltri veemente quello che, contattato dall’Adnkronos dopo l’annuncio delle sue dimissioni dall’Ordine dei Giornalisti dato dal collega Alessandro Sallusti su “Il Giornale”, commenta la sua decisione di cui si sta parlando da ore. “Io mi sono stancato: mi massacrano, mi fanno perdere tempo e devo pagare pure degli avvocati” ha detto il direttore editoriale di Libero che tuttavia non rinuncerà a scrivere per la sua creatura prediletta. “Ma andassero a quel Paese, non torno indietro” ha tuonato anche se, come spiegato dal numero uno dell’Odg, Carlo Verna, la decisione finale se accettare le dimissioni verrà presa dal Consiglio dell’Ordine stesso. “E ora vado dove cavolo mi pare, anche a casa! Il direttore editoriale posso continuarlo a farle lo stesso, tanto lo può fare chiunque: anche un geometra…” ha tagliato corto con i colleghi dell’Adnkronos. (agg. di R. G. Flore)
GELMINI, “A VOLTE E’ SOPRA LE RIGHE MA…”
La notizia del giorno sul piano giornalistico e non solo è senza dubbio la decisione di Vittorio Feltri di dimettersi dall’Ordine dei Giornalisti, in polemica con la Corporazione. A tal proposito, il quotidiano Libero sottolinea quella che definisce “vergogna del giorno” e che attribuisce a Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Campania. Attraverso il proprio profilo Facebook, Lucarelli avrebbe esultato alla notizia scrivendo: “Feltri si dimette da giornalista. Una vittoria del presidente nazionale Carlo Verna, una vittoria dell’Ordine della Campania che ha presentato il primo esposto, una vittoria per l’informazione pulita, per Napoli e la Campania”. Ad esprimersi su Twitter anche Maria Stella Gelmini, la quale ha commentato: “Feltri è un giornalista di razza, straordinario polemista, uomo di carattere. A volte è sopra le righe, ma quelle righe, sopra e sotto (molti suoi avversari sono parecchio sotto), sono espressione della libertà del Paese. È impensabile che Feltri non sia giornalista e direttore” in quello che è stato un vero e proprio omaggio al direttore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VERNA, “NULLA È DECISO MA…”
Nel giorno in cui le annunciate dimissioni di Vittorio Feltri dall’Ordine dei Giornalisti, che hanno scatenato da una parte una sollevata di scudi in suo favore e dall’altra delle critiche per le motivazioni che il 77enne direttore editoriale di Libero ha addotto, sono arrivate anche le parole da parte del presidente dello stesso Odg che ha fatto chiarezza sulla vicenda e spiegato che nulla è stato ancora deciso. Se Feltri, che per il suo compleanno ha deciso di fare simbolicamente questo annuncio, lamenta un massacro mediatico nei suoi confronti e si difende dicendo che non è lui a dettare i titoli del quotidiano diretto da Pietro Senaldi, Carlo Verna (Odg) ha spiegato che il Consiglio competente deve ancora riunirsi per discutere di questa vicenda. “Le dimissioni? Dobbiamo riunirci per accettarle e poi cancellarlo” ha spiegato Verna, raggiunto dall’Adnkronos, aggiungendo anche che “avremmo preferito accompagnarlo su una strada di maggior attenzione alle norme della professione” e ricordando le numerose azioni legali contro Feltri e il danno di immagine all’intera categoria causato a suo dire dal giornalista nel corso degli anni. (agg. di R. G. Flore)
“SONO NAUSEATO DAI PROCESSI E…”
«Verna dice che valuteranno la mia richiesta di dimissioni dall’Odg? Ma ci mancherebbe altro, mica è una prigione. Io me e vado dove cavolo mi pare, anche a casa»: così Vittorio Feltri ai microfoni di Adnkronos nel giorno delle sue dimissioni dall’Ordine dei giornalisti. Il celebre giornalista potrà continuare a fare il direttore editoriale di Libero, ma si è detto stanco e stufo di pagare gli avvocati per i continui processi: «Ma andassero a quel paese…non ce la faccio più, basta, fine, non cambierò idea, non torno indietro».
Sui social network si è acceso il dibattito sulla mossa di Vittorio Feltri, che può contare sulla vicinanza del collega Marco Gervasoni: «Non sento nessun collega solidarizzare con Feltri costretto ad abbandonare l’Ordine dei giornalisti in seguito a quello che può essere considerato uno stalking ai suoi danni (e alla libertà, ma di questa all’Ordine ovviamente non importa)». (Aggiornamento di MB)
VITTORIO FELTRI SI É DIMESSO DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI
Vittorio Feltri non è più un giornalista, essendosi dimesso dall’Ordine. A darne notizia è stato Alessandro Sallusti, direttore del “IlGiornale”, che attraverso un editoriale pubblicato stamane ha scritto: “Dopo cinquant’anni di carriera si è dimesso dall’Ordine rinunciando a titoli e posti di comando nei giornali, compreso nel suo Libero (lo fondò nel 2000)”. Secondo Sallusti si è trattato di una scelta dolorosa fatta “per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”. Stando al direttore de Il Giornale, Feltri “per potere continuare a scrivere, ha dovuto rinunciare al suo mestiere”. Sallusti parla di giorno non bello per la categoria, che perde uno dei giornalisti che “hanno fatto la storia di questo mestiere, da trent’anni a questa parte sia come penna sia come direttore”. Il collega della carta stampata non nasconde che a volte Feltri vada sopra le righe, che abbia un brutto carattere e che la sua voce non sia ingabbiabile, ma “è per questo che piace”.
VITTORIO FELTRI SI E’ DIMESSO, CARLO VERNA: “A BREVE NE DISCUTEREMO”
Sallusti si è quindi rivolto ai suoi oppositori, augurandosi che “si vergognino della loro squallida miseria culturale e professionale”, per poi invitare Carlo Verna, presidente dell’Ordine, a “rifiutare le dimissioni e garantire a un grande collega la libertà che merita, perché se così non fosse da oggi nessuno di noi potrà sentirsi al sicuro”. Sallusti conclude: “Auguro a Vittorio Feltri di scrivere liberamente, anche da non giornalista, fino a che Dio gliene darà la forza”. Carlo Verna ha confermato la rinuncia dall’Ordine: “La lettera di dimissioni di Feltri (dall’Odg) è stata effettivamente depositata al consiglio della Lombardia – le parole all’Adnkronos – ma il Consiglio deve riunirsi per accettarle e cancellarlo. Sto presiedendo il Consiglio Nazionale in corso e tra poco parlerò proprio di questa vicenda”. Per poi aggiungere al Corriere della Sera: “Avrei preferito riaccompagnarlo sulla strada giusta e nessuno pensi di non leggere più la sua firma perché le opinioni sono garantite dall’articolo 21 della Costituzione, ma chi gliele pubblica sappia che è responsabile deontologicamente dei contenuti”.
“DA ANNI L’ORDINE MI ROMPE, NON NE POSSO PIU'”
Poco fa sono giunte anche le parole dello stesso Vittorio Feltri, attraverso le colonne del Corriere della Sera: «Da anni l’Ordine mi rompe, soprattutto per i titoli di Libero, nonostante ci sia un direttore responsabile, non ne posso più. Me ne vado da un ente inutile, che esercita azioni nei miei confronti con un chiaro fumus persecutionis. Mi hanno spesso censurato, mi hanno sospeso, ora ho addirittura tre procedimenti, ma se ne occupa il mio avvocato, e gli farò anche causa per danni morali”. Feltri dice di non essere dispiaciuto: “No, perché l’accanimento nei miei confronti è del tutto infondato, prima di fare un procedimento si guarda la gerenza, loro non lo fanno, io non sono responsabile dei titoli di Libero. Quindi no, non mi dispiace, non me ne importa nulla, d’ora in poi chi mi chiama giornalista lo querelo”.