Vittorio Feltri ha rilasciato un’intervista ai microfoni del “Corriere della Sera”, nella quale ha parlato di sé, della sua malattia e di sua moglie Enoe. Subito ha risposto a un quesito sul tumore che l’ha colpito: “Non è tutta ‘sta tragedia. Male che vada, crepo. Faccio ogni due anni una Tac e a me, che non ho niente di femminile, hanno trovato un cancro a una tetta. Mi è sembrata una presa in giro. I primi quindici giorni sono stati difficili. Ho avuto qualche fastidio. Ora, devo fare la radioterapia, prendo pastiglie, ho sempre visite. Ma non sono un paziente, sono di più: pazientissimo. Faccio quello che devo, poi, vediamo”.



A Fedez, anch’egli operato per colpa di un tumore, Vittorio Feltri ha consigliato di affidarsi alla moglie Chiara Ferragni: “Se non hai l’appoggio dalla moglie, ti senti solo, abbandonato, triste, non hai forza per reagire. Invece, il tumore va preso a pugni, aggredito. Io mi sono confidato, l’ho resa partecipe e lei ha reagito come una moglie e anche come una mamma. Mi è stata di grande aiuto. Il 15 giugno festeggiamo 55 anni di matrimonio”. E il tradimento? “Non ho tradito, ho diversificato. Non ho mai odiato mia moglie e con le altre non ho mai parlato male di lei né ho pensato di lasciarla”.



VITTORIO FELTRI: “HO TROVATO LAVORO A TUTTI I MIEI FIGLI”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi del “Corriere della Sera”, Vittorio Feltri ha confessato non solo che la morte non lo rallegra, ma anche che “mi spaventa la modalità con cui arriva: la malattia, la sofferenza il letto, il confessore che viene a rompere. Però, più di tutto, mi fa paura la salute di mia moglie: se in casa non la vedo per un quarto d’ora, mi preoccupo. Temo che si sia sentita male. Fino al 2019, stava a Bergamo e io la raggiungevo il fine settimana, poi, da casa, erano usciti i figli, ci stavamo facendo anziani, ho voluto che venisse a Milano, ho comprato una casa col giardino anche qui”.



Ai suoi quattro figli, Vittorio Feltri ha trovato lavoro e ha regalato un appartamento, mentre, circa il suo carattere non propriamente malleabile, ha ammesso: “Ho avuto una vita che mi ha messo il lubrificante addosso. Orfano di padre, ho smesso di andare a scuola dopo le medie. Ho fatto il vetrinista, l’impiegato, il pianobar, ho preso il diploma e la laurea studiando da solo e lavorando. Sono rimasto vedovo, come dicevo. Quando hai tante sfighe, ti abitui a reagire con forza e con violenza. Non sono anticlericale, ho amici preti, devolvo l’8 per mille alla Chiesa cattolica, ma non credo nell’esistenza di Dio. Però, quando guardo Ciccio, il gatto, a volte, penso: solo Dio poteva farlo così bello”.