Lutto nel mondo della cucina italiana. E’ morto Vittorio Fusari, lo chef originario di Iseo in seguito ad un problema cardiaco che l’aveva costretto a ricoverarsi una ventina di giorni fa presso l’ospedale di Chiari. Lo chef era stato colpito da un principio di infarto, ma la situazione è improvvisazione degenerata con la morte avventura intorno alle ore 19.00 di mercoledì 1 gennaio 2020. Lo chef Vittorio è morto all’età di 66 anni presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale Mellini di Chiari lasciando una moglie, Anna Patrizia Ucci, e il figlio di soli quindici anni. Una morte improvvisa che ha scosso anche il ristorante Balzer di Bergamo di cui lo chef si occupava da diversi anni dopo una lunga esperienza presso Pont de Ferr di Milano. “Ciao Vittorio. Sei nei nostri cuori. Il nostro grande Maestro, ci mancherai tanto” il ricordo affidato ai social dello storico locale del Sentierone.



Igino Massari ricorda Vittorio Fusari: “Ciao amico”

La morte dello chef Vittorio Fusari ha scosso tutto il mondo della grande cucina coinvolgendo anche alcuni nomi noti al grande pubblico. Tra questi anche quello di Igino Massari, pasticcere e personaggio televisivo italiano, che su Instagram ha postato una foto in compagnia dello chef scrivendo poche, ma sentite parole. “I miei pensieri corrono ai momenti di felicità condivisa” – ha scritto Igino – ricordando lo chef così : “ciao Amico Vittorio”. Una vita dedita alla cucina quella di Vittorio che sul profilo di Identità golose descriveva così il suo “lavoro”: “il mio lavoro è anche al di fuori delle cucine: tramandare la sapienza millenaria della gastronomia italiana è la mia vita. Perché il buon mangiare avvicina le persone, aiuta a trovare punti di vista comuni, aiuta ad essere felici”. Figlio di un ferroviere, Vittorio prima di lanciarsi nella ristorazione aveva studiato anche filosofia, ma la cucina è sempre stata la sua più grande passione. Una vera e propria missione che lo chef raccontava così: “Bisogna nutrire non solo il corpo ma anche lo spirito” e che l’ha portato a cominciare a muovere i primi passi prima presso il ristorante “Il volto di Iseo”, un’osteria tra le prime in Italia dove proponeva la grande cucina in un ambiente semplice e rilassante. Poco dopo è approdato a le “Maschere” fino all’esperienza milanese de “Pont de Ferr” fino al ristorante Balzer dove si impegnava a proporre una cucina di cui andava molto orgoglioso. “Qui – diceva lo chef – sono vietati i preparati, gli additivi e i conservanti a vantaggio delle materie prime fresche, delle biodiversità locali, i prodotti da agricoltura biologica”. Uno stile di cucina che l’ha portato a pubblicare anche il loro “La felicità ha il sapore della salute edito da Slow Food scritto in collaborazione col prof. Luigi Fontana.

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