Vittorio Grigolo, uno degli alfieri della musica lirica italiana nel mondo, ha raccontato a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di mercoledì 2 marzo 2022, il dramma vissuto nelle ultime ore. La sua compagna, Stefania Seimur, infatti, sta fuggendo dall’Ucraina assediata dalla Russia, correndo numerosi pericoli e inseguendo la salvezza. L’artista ha spiegato: “Lei e le altre persone hanno passato il confine, sono a Varsavia. La gente ha assaltato il treno della vita dalla stazione di Kiev per recarsi verso i confini più sicuri, tra cui proprio quello della Polonia”.



Grigolo ha aggiunto: “Ringrazio per l’aiuto umanitario, per la dedizione da parte di tutti. Adesso lei non è più in Ucraina e siamo più sollevati. Sappiamo che è salva, ma la cosa che mi preoccupa di più adesso è la salvezza di tutti, l’esigenza di ritrovare l’armonia, di ritrovare la pace. Quando si parla di organismi che decidono, noi siamo quasi super partes, non abbiamo un grande peso. Non possiamo continuare a mettere storie sui social facendo finta che tutto ciò non stia accadendo. L’indifferenza è indubbiamente ciò che fa più male. Noi siamo cristiani, siamo cattolici, nati con una Fede incredibile!”.



VITTORIO GRIGOLO: “L’INDIFFERENZA VERSO CIÒ CHE STA ACCADENDO IN UCRAINA FA MALE”

Nel prosieguo della sua intervista realizzata in collegamento audiovisivo con “Storie Italiane”, Vittorio Grigolo ha rimarcato l’esigenza di non voltare le spalle a quanto sta avvenendo nella porzione più orientale del Vecchio Continente: “Occorre lasciare un attimo il proprio lavoro per essere uniti nel messaggio solidale della non guerra”, ha detto il cantante.

“Da cristiano e da cattolico dispiace vedere accusate persone di nazionalità russa, come ad esempio una cantante che si esibisce in un teatro, solo per via della loro provenienza e della loro origine. Cosa c’entrano loro con queste situazioni politiche e di guerra? La pace va raggiunta attraverso l’unione fra due popoli che parlano la stessa lingua, che hanno vissuto momenti simili, come quello ucraino e quello russo”, ha concluso Vittorio Grigolo.