Vittorio Messori, giornalista vaticanista e saggista cattolico, nella lunga intervista concessa a Bruno Quaranta su La Stampa non nasconde una certa “distanza” che alle volte sente tra la propria ultratrentennale esperienza in Vaticano e il Papato di Jorge Mario Bergoglio. Una critica molto dettaglia fa di Messori un “nuovo” fronte anti-Francesco seppur senza insulti o toni “aspri”, ma una netta presa di distanza questo sì: «È il papato del gesuita Bergoglio, talvolta, a sconcertare. Il successore di Pietro deve innanzitutto tutelare il depositum fidei, Scrittura e Tradizione: la Chiesa e il suo insegnamento appartengono solo al Cristo. Il pontefice non è che un custode». L’analisi che l’autore di “Ipotesi su Gesù” (è appena uscita la riedizione 43 anni dopo la prima uscita) compie sulla cristianità di oggi prende spunto dalle ultime dichiarazioni dell’Arcivescovo Camillo Ruini e di tante altre voci che segnano forti critiche al Papato bergogliano, in primis l’ex Propaganda Fide Card. Muller: «ha cambiato motu proprio il catechismo in tema di pena di morte, dichiarandola inammissibile per i cristiani. Ora: si può considerare inopportuna quella pena (è il mio caso), ma non dimenticando che l’insegnamento cristiano non l’ha mai esclusa».
VITTORIO MESSORI ATTACCA PAPA FRANCESCO: E SU RATZINGER…
Secondo Vittorio Messori la logica dei gesuiti, come da lui più volte analizzata nei suoi saggi, è positiva e di per sé non sbagliata: «Preciso di aver scritto spesso elogi dei gesuiti . La loro chiave di lettura del mondo è l’ et-et, sia questo, sia quello. Sono inclusivi. E per questo li ammiro», ma resta però sconcertato da alcune uscite e decisioni di Papa Francesco. Ad esempio sulla comunione ai divorziati (anche se il Papa va detto non ha mai ufficialmente “aperto”, ndr) Messori sottolinea «La morale cattolica richiede eroismo. Non le si addicono le scorciatoie». Nell’intervista viene chiesto poi a Messori cosa ne pensi delle uscite di Ruini, con il vaticanista che commenta in merito al dialogo Salvini-Papa invocato dall’ex Presidente Cei «Un cardinale può rifiutare di incontrare chiunque lo chieda per almeno ascoltare le sue ragioni?». Da ultimo, non manca un’aggiunta importante sulla strana situazione interna alla Chiesa da quando Papa Benedetto XVI ha rassegnato le proprie dimissioni: «È un unicum. Un enigma. Papa emerito si è definito Benedetto XVI, disorientando: la qualifica è inedita per il diritto canonico. Ero convinto che si sarebbe ritirato in un monastero, e invece ha scelto di restare in Vaticano. Ma è uomo di fede, di preghiera, di riflessione, avrà di certo le sue ragioni religiose».