VITTORIO OTTOLENGHI, DALLA PERSECUZIONE ALLA FUGA IN SVIZZERA
Vittorio Ottolenghi, padre di Gioele Dix: chi è e cosa sappiamo della storia di una famiglia di origini ebraiche che è riuscita a sopravvivere alle persecuzioni della Seconda Guerra Mondiale? Questa sera David Ottolenghi (vero nome del 68enne attore comico e cabarettista milanese) farà il suo esordio a “Propaganda Live” e la sua presenza nel programma de La7 potrebbe essere l’occasione per far aprire a Gioele Dix lo scrigno dei ricordi e parlare di quel papà venuto a mancare qualche anno fa ma col quale c’è stato sempre un rapporto molto forte, anche grazie ai racconti che hanno cementato l’identità dell’artista e l’orgoglio per le proprie origini.
Ma chi è stato Vittorio Ottolenghi, padre di Gioele Dix, e com’è sopravvissuto alle deportazioni che anche in Italia subirono i cittadini di origine ebrea con l’entrata in vigore delle leggi razziali? Della storia del genitore e dell’eredità che ha lasciato al comico (questi però ha scelto di usare sulle scene un cognome diverso da quello paterno) Gioele Dix ha parlato nel libro “Quando tutto questo sarà finito. Storia della mia famiglia perseguitata dalle leggi razziali”. All’epoca gli Ottolenghi facevano parte della borghesia meneghina benestante ma dopo il 1938 Vittorio fu costretto a fuggire in Svizzera per scampare alle deportazioni: “Sapevo che mio padre custodiva una storia, ma per anni non sono riuscito a farmela raccontare. Finché un giorno mi sono seduto davanti a lui e l’ho convinto”.
CHI ERA IL PADRE DI GIOELE DIX? “DOPO TANTI ANNI SENTI’ IL BISOGNO DI RACCONTARE…”
Da quella lunga e intensa chiacchierata con Vittorio Ottolenghi, padre di Gioele Dix, era nato quel volume edito da Mondadori e in cui si riallaccia il filo dei ricordi tra padre e figlio. “Del suo racconto voglio restituire lo stupore di un ragazzo, il coraggio con cui affronta le difficoltà e la solitudine, la sua tenerezza” aveva spiegato l’attore ad ‘Avvenire’, sottolineando la dimensione privata e non solo storica dei fatti raccontati. E in questo modo il rapporto si è rinsaldato col tempo, con Dix che ha scoperto un lato di Vittorio che non conosceva: “Ho sentito che, dopo tanti anni, lui se la sentiva di parlare, di mostrarsi anche fragile” aveva aggiunto, spiegando che le brutalità di quegli anni (pur non vivendo in prima persona l’orrore dei lager) e le discriminazioni lasciarono segni nel suo carattere.
Vittorio Ottolenghi, padre di Gioele Dix, si è spento nel 2019, il 22 aprile di quell’anno: un evento triste per la famiglia e arrivato a soli venti giorni di distanza della morte dell’amata moglie Roberta Milani: “Dopo settant’anni di vita insieme si consideravano così, predestinati e indissolubili” aveva ricordato al sito di Mosaico-Cem.it. “I miei sono scomparsi quasi insieme: mia madre se n’è andata il 2 aprile, mio padre il 22. Si erano sposati l’11 aprile. Ho pensato a quella coincidenza. Quando se ne vanno i tuoi genitori lasciano un buco incolmabile” ha raccontato di recente al ‘Corriere della Sera’, regalando un flashback del papà. “Da lui, avvocato, ho preso il grande amore per il ragionamento, per l’arte oratoria, per l’integrità. Da mia madre Roberta, casalinga, una bella dose di fragilità, che definire sensibilità mi pare riduttivo”.