Come vi avevamo anticipato già nella tarda serata di ieri in questo stesso articolo, alla fine durante il suo lungo discorso di inizio anno (che trovate riportato in quest’altro articolo con tutte le dichiarazioni più importanti) la premier Giorgia Meloni ha ufficializzato la nomina di Vittorio Rizzi a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – o semplicemente Dis – per sostituire la dimissionaria Elisabetta Belloni che ha lasciato il suo incarico con quattro mesi di anticipo rispetto alla naturale conclusione.



“Abbiamo deciso  – ha spiegato Meloni in conferenza stampa – di nominare il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore Aisi con carriera prestigiosa nella Polizia di Stato, Europol, Viminale che prenderà il posto di Elisabetta Belloni” alla guida del Dipartimento, definendolo (e più avanti trovate tutto il suo curriculum) “un funzionario dello Stato di prim’ordine” e precisando che “la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi”; mentre sul futuro di Belloni la partita resta ancora aperta con tutte le ipotesi che sembrano propendere per un ruolo in primissimo piano nella Commissione UE al fianco della presidente Ursula von der Leyen con la quale da sempre nutre un rapporto privilegiato.



VITTORIO RIZZI IN POLE POSITION PER LA NOMINA A CAPO DEL DIS: L’UFFICIALIZZAZIONE ATTESA DOMANI

Sono ore concitate ai vertici del Dis – ovvero il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che afferisce alla Presidenza del Consiglio – perché con l’avvicinarsi delle dimissioni di Elisabetta Belloni è scattato il classico gioco delle nomine che attualmente vede come favorito assoluto il prefetto e vicedirettore dell’AISI Vittorio Rizzi: un nome di tutto rispetto e che dovrebbe aver trovato anche il consenso della premier Giorgia Meloni, ma sul quale per ora non c’è ancora alcuna ufficialità; con fonti dell’Ansa che credono che al più la nomina di Vittorio Rizzi potrebbe essere ufficializzato domani magari proprio durante il discorso di inizi anno che terrà la premier davanti alla nazione.



Facendo un passetto indietro, le dimissioni di Belloni non sono state certamente un fulmine a ciel sereno per via del progressivo deterioramento del rapporto con Giorgia Meloni e – soprattutto – con l’Autorità delegata Alfredo Mantovano; ma mentre in un primo momento si era fatto sempre più strada il nome del già ben noto generale Francesco Paolo Figliuolo e del direttore dell’AISI Bruno Valensise, ora tutte le quotazioni sembrano puntare su Vittorio Rizzi che dal conto suo ha un curriculum di tutto rispetto nei vertici delle Forze dell’Ordine, lasciando così scoperta la sua attuale posizione di vice negli uffici AISI che – probabilmente – finirà nelle mani del Comandate dei Carabinieri Mario Cinque o (secondo Ansa) di qualche generale d’alto rango della Guardia di Finanza.

CHI È VITTORIO RIZZI, IL PROBABILE SUCCESSORE DI ELISABETTA BELLONI PER LA GUIDA DEL DIS

Insomma, le ipotesi sono tante ma è il nome di Vittorio Rizzi a riscuotere più consensi in queste ultimissime concitate ore, soprattutto in virtù del suo importantissimo curriculum che l’ha già portato a sedere – dallo scorso settembre, ma con nomina arrivata ad agosto – sulla poltrona di vicedirettore dell’AISI e su quella – questa dal giugno del 2023 – di vicedirettore con funzioni vicarie della Pubblica sicurezza su indicazione dello stesso Ministro degli Interni Matteo Piantedosi.

D’altra parte, la carriera di Vittorio Rizzi è iniziata quando non aveva neppure trentanni con un primissimo ruolo di commissario all’interno della Polizia di Stato che in un paio di anni l’ha portato alla Divisione investigazioni speciali; mentre negli anni ha anche diretto le squadre mobili di Venezia, Roma e Milano rendendo possibile – tra gli altri – l’arresto di Angelo Stazzi e dei terroristi responsabili della morte di Marco Biagi.

Nel 2016 Vittorio Rizzi è diventato prefetto e direttore della Centrale anticrimine della Polizia, ma non sono mancati neppure ruoli di rilevo internazionale (tra i quali quello di direttore esecutivo dell’Europol e del Comitato Interministeriale per l’attuazione dei regolamenti UE); senza dimenticare che dal 2018 detiene anche tre differenti cattedre universitarie alla Sapienza romana e all’Università degli Studi internazionali di Roma.