Pace tra Vittorio Sgarbi e Barbara D’Urso: verrà sancita stasera a “Live Non è la D’Urso”. A svelare i retroscena in vista della nuova puntata è Roberto Alessi, direttore di Novella 2000. «Stasera si inginocchia dalla papessa D’Urso», ha scritto in un articolo pubblicato su Libero, in cui spiega che il critico d’arte, dopo aver «sbarellato» contro la conduttrice, ha deciso di fare retromarcia. La lite era scoppiata dopo che lui aveva rivelato che Stella Manente, concorrente de “La pupa e il secchione” su Italia 1, gli sarebbe stata raccomandata da Silvio Berlusconi. «Ma possibile che a Mediaset conti più lui di Berlusconi?», si chiede allora Roberto Alessi. Ma più interessante della cronaca televisiva è quanto sarebbe accaduto lontano dalle telecamere, anche perché aggiunge nuovi tasselli al puzzle di questa vicenda che oggi conoscerà un nuovo capitolo. «Se vogliono la guerra, guerra sia», avrebbe detto Vittorio Sgarbi nella hall.
VITTORIO SGARBI, SCUSE A BARBARA D’URSO “VOLEVA FARE GUERRA POI…”
In quella stessa hall, secondo quanto ricostruito da Roberto Alessi, Vittorio Sgarbi aveva anche detto: «Querelo e chiedo due milioni di euro». All’indomani della lite con Barbara D’Urso ha poi scoperto di essere stato bandito dalle reti Mediaset. Quindi è saltata la partecipazione a “Quarta repubblica” di Nicola Porro, poi è toccato a Chiambretti, «che aveva preparato per me una puntata sui miei genitori». Il primo passo indietro comunque risale ad un paio di giorni fa, quando aveva confessato a Libero: «Ho detto una leggerezza, c’è stato un equivoco». E quindi aveva aggiunto: «Mi piacerebbe discutere di questo con Barbara D’Urso, un confronto testa a testa». L’occasione arriva oggi, anche se il direttore di Novella 2000 su Libero parla di scuse alla conduttrice. E infatti conclude con una battuta: «Spero solo che lui nei panni dell’imperatore pentito non sia costretto, per ottenere la revoca della scomunica Tv inflittagli, a rimanere inginocchiato per tre giorni e tre notti innanzi al portale come avvenne per Enrico IV nel 1077».