Vittorio Sgarbi è da sempre uno dei protagonisti più controversi della televisione italiana. Tra le ultime prese di posizione, il suo chiaro parere contro Di Maio: “E’ un povero deficiente”, ha comunicato, per poi aggiungere “Zingaretti non può essere completamente coglion*”. Proprio in questi giorni, il celebre critico d’arte si è “scatenato” ospite di Lilli Gruber nel corso di Otto e Mezzo. Le sue dichiarazioni infatti, hanno spinto la giornalista a richiamarlo: “Sfrondiamo un po’ tutto questo turpiloquio”. “Questo non è un governo Di Maio-Zingaretti, ma Grillo-Renzi”, ha proseguito Sgarbi, sostenendo che Grillo “vuole salvare suo figlio indagato per stupro”, mentre “l’altro” sarebbe mosso dall’”odio” verso i cinquestelle. Quindi, “no”, è stata la sentenza di Sgarbi quando la Gruber – con una certa malizia gli ha chiesto se Conte potesse “stare sereno” di fronte all’attuale situazione politica. “Non può stare sereno, perché non ha alcun titolo a stare lì, andrà presto a casa”, è stata la previsione del critico d’arte e deputato.
Vittorio Sgarbi, tutte le ultime polemiche
Tra le recenti prese di posizione di Vittorio Sgarbi, anche la richiesta di un milione di euro di risarcimento a Facebook, per aver censurato alcuni suoi post che presentavano opere d’arte famosissime. “E in tribunale ci sarò anche io”, ha annunciato il critico d’arte. La vicenda è iniziata il 5 giugno 2015, quando la pagina Facebook era stata bloccata per 24 ore, dopo la pubblicazione di una foto del diretto interessato al Musée d’Orsay di Parigi, dinanzi al dipinto di Gustave Coubert L’origine du monde. Il quadro svela una donna nuda, e i sistemi di controllo del social network sono entrare in funzione in automatico. Il secondo accadimento risale all’agosto 2017, per due spot attinenti ad altrettante mostre a Gualdo Tadino. Bloccato anche Amore e Psiche, scultura di Antonio Canova. In ultimo, Facebook aveva censurato pure uno scatto di Wilhelm Von Gloeden. “Chi vede il male in quelle immagini, lo ha dentro – aveva commentato Sgarbi –. La censura di Von Gloeden è tanto più grave oggi, perché non è ai corpi nudi di ragazzi proiettati nel mito, ma rappresenta una più grande e subdola censura ai valori del mondo omosessuale, che si identifica in Von Gloeden. Tre ragazzi nudi fanno scattare una reazione omofoba, che il cuore e l’intelligenza morta di Facebook registrano con evidente e intollerabile discriminazione”.