Duro colpo per Mediaset, “battuta” da Vivendi davanti alla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Il riferimento è alla normativa italiana che aveva impedito alla società francese di cui sopra (appunto Vivendi), la scalata nell’azienda presieduta da Silvio Berlusconi. Secondo i giudici dello stato del Lussemburgo, tale norma è contraria al diritto dell’Ue, di conseguenza dovrà essere riscritta. Senza dubbio un duro colpo per l’ex Premier, che nelle scorse ore era stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dopo l’aggravarsi delle condizioni generali per il coronavirus. Il verdetto della Corte di giustizia Ue accoglie le tesi dell’Avvocato generale della Corte, come riferisce l’edizione online de La Stampa, le cui conclusioni erano state pubblicate a dicembre. La Corte considera la legge italiana «sproporzionata», in quanto fissa soglie che, «non consentendo di determinare se e in quale misura un’impresa possa effettivamente influire sul contenuto dei media, non presentano un nesso con il rischio che corre il pluralismo dei media».



VIVENDI-MEDIASET, LA VICENDA INIZIATA NEL 2016

Tutto era iniziato nel 2016, quando i francesi di Vivendi avevano cominciato una campagna per acquistare le azioni di Mediaset, arrivando fino al 28.8% della stessa azienda del biscione. La legge italiana vieta però ad una società di realizzare “oltre il 20% dei ricavi complessivi – scrive il quotidiano torinese – del Sistema integrato di comunicazioni”. La percentuale si riduce al 10% se la società in questione detiene già una quota maggiore del 40% dei ricavi complessivi del settore delle comunicazioni elettroniche (Vivendi aveva già partecipazioni in Tim). Di conseguenza nel 2017 l’Agcom aveva bloccato la scalata poi il contenzioso era finito davanti ai tribunali fino al verdetto di oggi. La Corte osserva che, «anche se una restrizione alla libertà di stabilimento può essere in linea di principio giustificata da un obiettivo di interesse generale, quale la tutela del pluralismo dell’informazione e dei media, ciò non avviene nel caso della disposizione in questione, non essendo quest’ultima idonea a conseguire tale obiettivo». Attesa la replica di Mediaset.

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