A un anno dalla loro morte, non è ancora chiaro cosa sia successo a Viviana Parisi e al figlio Gioele. È ancora un mistero. In questi mesi i loro corpi sono rimasti nelle celle-frigo dei due obitori di Messina. Per restituirli alle famiglie e consentire i funerali il pm deve acquisire la relazione degli 11 periti che lavorano al caso e da cui ci si aspetta un po’ di verità. Tante le ipotesi, ma il procuratore intende a breve sgomberare il campo da indiscrezioni e suggestioni su quel 3 agosto, quando dopo un incidente in una galleria dell’autostrada Messina-Palermo mamma e figlio scomparvero e furono ritrovati morti troppi giorni dopo. Antonio Cozza, legale della famiglia della donna, a La Stampa ha spiegato che, da quel che sanno, «la procura sembra propendere ancora per l’ipotesi omicidio-suicidio». Invece Pietro Venuti, uno dei legali di Daniele Mondello, marito di Viviana e papà di Gioele, rivela che sono state presentate ben 17 istanze per chiedere il deposito della perizia della procura. «Ma finora non abbiamo avuto alcuna risposta». La loro perizia, già depositata, scarta invece l’ipotesi dell’omicidio-suicidio, propende invece per quella secondo cui madre e figlio sarebbero precipitati per 50 metri in un invaso nei boschi, morti quasi sul colpo. Poi qualcuno avrebbe recuperato quei corpi e li avrebbe portati dove furono trovati. Quello di Viviana sotto un traliccio, quello di Gioiele, in un boschetto distante smembrato e ridotto ad un mucchio di ossa dagli animali selvatici.

Per Daniele Mondello c’è un «soggetto ignoto» che avrebbe fatto ciò per mascherare ed evitare guai. I dubbi riguardano, ad esempio, le lesività emerse sul corpo di Viviana Parisi che sono state riscontrate anche sul cranio di Gioele. Per questo l’uomo non ha fretta di avere le salme: «Non ci interessa seppellire dei corpi se con essi seppelliamo ogni anelito di verità», ha dichiarato a La Stampa l’altro legale, suo cugino Claudio Mondello. «È solo una messinscena, i due corpi sono stati spostati nel luogo dove sono stati ritrovati, e questo lo dice la scienza, non lo dico io», dice proprio Daniele. «I corpi di mia moglie e di mio figlio erano distanti mille metri l’uno dall’altro, hanno le stesse ferite da caduta nonostante non ci fosse alcun traliccio e nessuna altura nel luogo in cui è stato trovato Gioele, e la stessa sostanza rosacea nei denti, una colorazione che indica la condizione di asfissia mentre si muore».

VIVIANA E GIOELE, L’IPOTESI DI DANIELE MONDELLO

Mentre prova a ripartire con la musica, continua a combattere per sapere cosa sia successo alla moglie e al figlio. «Dobbiamo capire cosa è successo quel maledetto giorno di agosto altrimenti non potrò avere pace. E questa storia sarà per sempre terreno fertile per pettegolezzi e sentito dire». Daniele Mondello si è fatto un’idea su cosa sia successo alla moglie Viviana Parisi e al figlio Gioele. «Viviana e il mio bambino sono precipitati – caduti o lanciati, chissà – nel bosco di Caronia all’interno di un invaso con circa 50 centimetri d’acqua sul fondo», spiega a La Stampa. Sarebbero precipitati contemporaneamente. «Viviana si è fratturata varie parti del corpo, soprattutto a sinistra, le sono esplose due vertebre, ha perso coscienza e sensibilità, è morta per asfissia. Gioele ha impattato con la testa ed è morto per asfissia». Successivamente, secondo l’uomo, i due corpi sarebbero stati estratti dal fondo del pozzo, ma in tempi diversi. «Viviana tirata fuori la tarda sera del 3 agosto o la mattina del 4 agosto e trasportata in modo tale che le sono stati strappati i capelli. Gioele tirato fuori successivamente e depositato nella zona, forse conservato in un contenitore di plastica e posizionato successivamente sul luogo del rinvenimento, dove è stato poi aggredito dagli animali. Una messinscena criminale per inscenare il suicidio, depistare le indagini e allontanare le responsabilità dai colpevoli».

Ora contesta che non sia stato permesso loro di fare esami radiologici sui corpi per registrare le lesioni e compararle. L’uomo è convinto che sua moglie non abbia ucciso il figlio per poi suicidarsi. «Lo escludono lo stato dei corpi, le fratture, i segni sul corpo e sui vestiti di Viviana, l’assenza di ogni traccia che unisca Viviana al traliccio ai piedi del quale è stata trovata, l’impossibilità che Viviana abbia percorso il tragitto dalla piazzola al traliccio, che si sia arrampicata sul traliccio e buttata, che abbia potuto strangolare Gioele facendolo morire per asfissia, che Gioele si sia fratturato il cranio nell’incidente. Questo lo dice la scienza».