Viviana Parisi era una donna che soffriva da almeno un anno. Il sopraggiungere del lockdown aveva solo acuito il suo malessere. A raccontarlo oggi, a quasi un mese dalla dupliche tragedia che ha visto la morte anche del piccolo Gioele, il figlio di 4 anni, è stato Emanuele Bonfiglio, amico e datore di lavoro di Daniele Mondello, marito e padre delle due vittime. Daniele, conosciuto come dj, dall’inizio dell’anno aveva cominciato un nuovo lavoro: guidava il furgoncino della ditta Bonfiglio che si occupa di trasportare i parenti dei defunti sulle tombe del cimitero di Messina. “Aveva cambiato la sua vita per stare vicino a Viviana, non voleva più partire e lasciarla. Perché era da tempo che la moglie, di cui era innamoratissimo, stava male. Ma purtroppo non voleva farsi curare”, ha raccontato l’amico tra le pagine del quotidiano La Stampa. La donna, secondo le sue parole, urlava ai parenti che la invitavano a prendere le pillole di stare bene. Quelle pillole, spiega, le avevano prescritto all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto quando Daniele era riuscito a imporsi e a portarla davanti a un medico”. Eppure i medicinali prescritti non li prendeva salvo poi, a distanza di mesi, chiamare il marito preoccupata per dirgli che ne aveva prese troppe.
“VIVIANA PARISI STAVA MALE DA TEMPO”: PARLA L’AMICO DI DANIELE MONDELLO
Viviana Parisi aveva tentato dunque il suicidio? Ad intervenire in merito al quotidiano La Stampa è stato l’avvocato Pietro Venuti, altro legale di Daniele Mondello, che racconta: “Quando il marito a giugno la porta al Policlinico di Messina lei sta bene, pressione a posto, cuore a posto, non le fanno la flebo e tanto meno una lavanda gastrica, le danno il carbone attivo come prevenzione antiveleno e la rimandano a casa. Il giorno dopo era al mare”. E’ probabile, dunque, che sia stata solo una simulazione per attirare l’attenzione su di sè. Secondo le testimonianze del datore di Daniele inoltre, non era la prima volta che Viviana spariva: “A volte prendeva e partiva con Gioele, lasciava il telefonino a casa e tornava dopo quattro ore. Quando Daniele mi ha chiamato il giorno della scomparsa per chiedermi di aiutarlo a cercare la moglie, pensava a un colpo di testa dei suoi”, ha raccontato. Tutti, in famiglia, sarebbero stati consapevoli del disagio vissuto dalla donna e secondo Bonfiglio Daniele era addirittura arrivato a pensare di vendere casa e trasferirsi a Messina per stare più vicino alla famiglia in questa situazione di forte difficoltà. Il marito negli ultimi tempi avrebbe moltiplicato le sue attenzioni anche quando lei dal balcone urlava “Voi siete peccatori, figli di Satana, io credo in Dio!”. E proprio alla luce del forte attaccamento che Viviana aveva per Gioele, Daniele farebbe fatica, oggi, a credere che possa aver ucciso suo figlio.