Vladimir Kara Murza è un giornalista, scrittore e attivista russo noto per le sue storiche posizioni da dissidente anti Putin, ora si trova in un carcere di massima sicurezza e dovrà scontare 25 anni di pena, dopo la sentenza che lo ha ritenuto colpevole di “tradimento e diffusione di informazioni consapevolmente false sulle azioni delle forze armate russe e collaborazione con organizzazioni indesiderate in Russia“. Subito dopo la sentenza l’attivista ha dichiarato “La Russia sarà libera, voglio dirlo a tutti“. E ha poi commentato la condanna comparandola a quelle politiche compiute “Per vendetta” dal regime stalinista. Ma Kara-Murza non ha respinto le accuse, anzi, si è mostrato davanti alla Corte in atteggiamento di sfida dicendo di essere “orgoglioso di quanto fatto, non rinnego nulla, ho solo cercato di portare alla luce la verità, “l‘unica colpa che ho“, ha aggiunto, “è quella di non aver fatto abbastanza per convincere la popolazione del pericolo che il regime del Cremlino rappresenta per la Russia e per il resto del mondo”.  Ed anche nell’aula di tribunale non sono state nascoste le motivazioni esclusivamente “politiche” della detenzione del giornalista, in quanto i giudici avrebbero ammesso più volte che l’attivista non ha mai compiuto azione di violenza ma soltanto crimini “ideologici”.



Russia condanna Vladimir Kara-Murza, oppositore di Putin. Onu chiede il “Rilascio immediato”

La sentenza su Vladimir Kara-Murza rappresenta l’ultima mossa politica della Russia che sistematicamente condanna i personaggi ritenuti colpevoli di appartenere ad organizzazioni dissidenti solo perchè si sono espressi pubblicamente contro la guerra in Ucraina. Kara-Murza, che ha 41 anni ed è padre di 3 figli, ha studiato in Gran Bretagna ed è in possesso di doppia cittadinanza.



Numerosi quotidiani inglesi, tra cui The Independent, hanno pubblicato la storia del giornalista russo ricordando anche che, a causa delle accuse di “alto tradimento” in passato Murza era già scampato a due tentativi di avvelenamento da parte dei servizi segreti, che però avevano sempre negato un coinvolgimento. Ora anche l’ONU è intervenuta sul caso chiedendo il rilascio immediato dell’attivista, e l’ambasciatore russo in Gran Bretagna ha commentato al The GuardianLa mancanza d’impegno della Russia nella protezione dei diritti umani fondamentali, inclusa la libertà di espressione, è allarmante“.

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