LUXURIA: “LA MIA FEDE È RINATA, LA FIAMMA L’HA RIACCESA PAPA FRANCESCO”

Da Rifondazione Comunista al Vaticano, dagli spettacoli trans fino all’incontro con Papa Francesco che ha definitivamente riacceso la fede: Vladimir Luxuria racconta così in una lunga lettera inviata al quotidiano della CEI “Avvenire” il suo complesso rapporto con la Chiesa e in maniera altrettanto schietta anche la sua completa “dipendenza” dalla fede. Dopo l’incontro in Vaticano lo scorso 13 dicembre – un mese dopo la decisione del Dicastero per la Dottrina della Fede sulla ricezione del Battesimo e sull’essere testimoni di nozze per trans e persone LGBTQ – l’attivista e opinionista tv Vladimir Luxuria sceglie di raccontare il suo travagliato percorso di fede al quotidiano dei vescovi.



«Io non riesco a vivere senza Fede. Ci ho provato a rinnegarla con l’unico risultato di brancolare nel buio, procedendo a tentoni nelle giornate vacue, stordita da sostanze varie, smarrita in un labirinto esistenziale. Nutro un profondo rispetto per gli atei e gli agnostici, ma io, rispetto a loro senza Fede sono una pianta avvizzita in un terreno arido»: una conversione tutt’altro che semplice e ancora irta di ostacoli, con la sensazione per Luxuria che la piena accettazione della Chiesa del suo status di persona transessuale sia il passo che “manca” per una piena adesione. In realtà però la fede va ben oltre l’accettazione o meno dei “diritti”, ma è in origine il riconoscere una dipendenza filiale dall’unico Dio creatore per amore. «La mia fiamma si era spenta […] La mia fede è rinata dopo l’incontro con Papa Francesco, credo in lui», ha sottolineato nella sua lunga lettera alla stampa.



LA LETTERA DI VLADIMIR LUXURIA DOPO L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO

«So che ci sono ancora tanti ostacoli per una piena accoglienza, che la strada è tortuosa e in salita, però questa strada per la prima volta nella storia della Chiesa è stata imboccata. Adesso mi sento più serena», racconta ancora Vladimir Luxuria che già in passato aveva espresso la sua particolare vicenda personale e la fede ritrovata con alcuni incontri che l’hanno segnata, a cominciare da Don Gallo e poi dallo stesso Papa Francesco.

L’adolescenza da Vladimiro Guadagno nella parrocchia di Foggia, la confessione a 16 anni di voler cambiare aspetto e l’ira contro Dio: «La mia anima femminile era dentro un corpo diventato un fardello insopportabile. Perché Dio mi aveva creata così? Ero una scheggia impazzita, sbagliata e non prevista nel creato divino?». Luxuria racconta di essersi trovata di fronte ad un bivio: «la Chiesa o me stessa, la morte o la vita». Si è spesa in politica con Rifondazione, ha attaccato anche pesantemente fil Vaticano e ha protestato contro San Giovanni Paolo II in Campidoglio: «La religione cattolica non mi contemplava e io ricambiavo il favore». Poi però qualcosa cambia e negli ultimi anni il riavvicinamento a Dio si fa più stresso, racconta la stessa conduttrice: «alcuni sacerdoti, tra cui don Andrea Gallo, che hanno provato a convincermi a non abbandonare il mondo della Chiesa».



Poi arriva una telefonata di don Andrea Conocchia, prete di Torvajanica che le fa una sorpresa: «Mi dice al telefono: “Vuoi conoscere Papa Francesco?”. E così mercoledì 13 dicembre con l’icona della Madonna di Montevergine tra le mani ho stretto la mano a quel Papa che ci ha definite “figlie di Dio”, ringraziandolo». Restano ancora incomprensioni sul mistero della fede e il rapporto con il mondo LGBTQ, tanto che Luxuria non lesina alcune critiche e domande alla Chiesa così come al mondo arcobaleno: «So anche che rimane tanta diffidenza giustificata da parte della comunità lgbtqi verso il Vaticano. Ognuno dovrebbe avere il diritto alla Fede che non è incompatibile con l’orientamento sessuale o l’identità di genere». In definitiva però Vladimir Luxuria si considera persona cattolica, con – conclude la lettera – «la consapevolezza di affrontare in maniera laica i temi etici, con momenti di sconforto e momenti di entusiasmo. Durante l’incontro il Santo Padre ha ricordato la parola aramaica di Gesù nel Vangelo: “effatà” che significa “apriti”. E io ho aperto il mio cuore, le braccia, la bocca e le orecchie ai segnali che mi ha mandato il Signore. Adesso mi sento più serena».