Vladimir Luxuria torna all’attacco di Checco Zalone per il monologo al Festival di Sanremo 2022. “È stata un’operazione paracula, perché da una parte si è voluto strizzare l’occhio contro l’ipocrisia dei falsi moralisti, quelli che di notte cercano le trans e di giorno le criticano e condannano, dall’altra parte ha voluto far ridere gli stessi che hanno pregiudizi nei confronti delle trans”, ha dichiarato l’attivista Lgbt ed ex politica italiana a a Non è l’Arena di Massimo Giletti.
La satira del comico pugliese, dunque, non è piaciuta a Vladimir Luxuria: “Ha usato ossessivamente battute che dovevano continuamente confermare l’impossibilità di una trans di essere femminile: la banana, la rima con ‘azzo’ e le scarpe numero 48”. Dunque, Checco Zalone avrebbe usato i soliti stereotipi che riguardano i transessuali: “L’idea è che una trans o è una presunta prostituta o una donna mancata, sempre ‘sta roba”.
Vladimir Luxuria “Checco Zalone? Battute non fanno ridere…”
Vladimir Luxuria ha proseguito poi l’analisi del monologo di Checco Zalone al Festival di Sanremo 2022 spiegando: “Poteva fare lo stesso monologo dicendo che l’uomo aveva incontrato la trans, tra l’altro brasiliana e Oreste, quindi di nuovo l’ossessione sull’origine maschile, sul tram, in un locale, su un posto di lavoro, no… sempre nel vicolo buio, sempre ‘sta storia della prostituzione”.
A Non è l’Arena di Massimo Giletti ha detto senza mezzi termini di esseri infastidita. “Queste battute non mi fanno ridere, sai quante volte le ho sentite dire. Penso che uno come Checco Zalone potesse fare di più”, ha aggiunto l’attivista, secondo cui il comico “ha usato un linguaggio offensivo”. Infine, Vladimir Luxuria ha rivendicato il diritto di criticare e commentare anche la satira alla kermesse: “In un Sanremo dove si critica anche il lembo del vestito della donna che sta seduta in terza fila, c’è il diritto a commentare e criticare anche la satira”.