Alexei Navalny deve restare a lungo in carcere. Il tribunale Lefortovo di Mosca lo ha condannato a 9 anni di carcere in uno dei processi a suo carico. “È molto coraggioso, sta inviando un messaggio molto importante ai russi. Molti russi si oppongono alla guerra e sono contrari a quello che sta facendo Putin”, ha assicurato Vladimir Milov, consigliere per la politica estera del principale dissidente del presidente russo Vladimir Putin. Ne ha parlato a Mezz’ora in più, facendo notare che non sono noti “gli effetti residui del suo avvelenamento con l’arma chimica più pericolosa. Non sappiamo cosa succede alle persone che sopravvivono a questo choc e a lui è stata negata anche un’ispezione medica”.
Per quanto riguarda il caso La Stampa, giornale querelato dall’ambasciatore russo in Italia, Vladimir Milov non si dice affatto sorpreso: “Il governo russo vuole mettere in silenzio qualsiasi forma di dissenso, non solo in Russia, ma anche in Italia. È il loro modo di fare, vogliono imbavagliare chiunque è in disaccordo con loro. Consideratelo solo come un atto di disinformazione e di guerra dell’informazione da parte delle autorità russe”.
VLADIMIR MILOV “PUTIN HA PAURA”
In merito alla guerra in Ucraina, Vladimir Milov ha assicurato che Vladimir Putin sa che rischia una ribellione se la popolazione russa scopre la verità su quella che il presidente russo definisce una missione di peacekeeping. “Lui prima della guerra era al punto più basso del gradimento, era al 31% di appoggio secondo studi indipendenti. Lui sa che se la gente scopre la verità sull’enorme spargimento di sangue in Ucraina questo non piacerebbe. Ecco perché ha paura della libera stampa, non esiste in Russia”, ha spiegato a Mezz’ora in più. A differenza di quel che può sembrare, Alexei Navalny può contare su un grande seguito. “Io faccio talk show sulla sua vita. Abbiamo avuto 20 milioni di visitatori unici, soprattutto russo. Perché non scendono in piazza? Non sapete la situazione vera in Russia. Noi siamo scesa in piazza, ma le persone vengono perseguite penalmente, messe in galera. Il prossimo passo è che ci spareranno addosso per placare le proteste, ma prima o poi la gente si ribellerà”, ha aggiunto il consigliere di Navalny.
“VOCI SU GOLPE E FINE GUERRA IN UCRAINA…”
Per quanto riguarda le voci di un possibile colpo di stato in Russia, di cui si parla negli ultimi giorni, Vladimir Milov lo esclude per ora. “Queste voci sul golpe arrivano da fonti dell’Occidente, io che ho lavorato per sei anni per il governo russo conosco molte persone che lavorano lì e non ho informazioni su complotti né che sia possibile un colpo di stato. Le cose sono cambiate enormemente dall’Unione Sovietica, non c’è un organismo governativo collettivo”. Dunque, Vladimir Putin è da solo e gli altri non hanno legittimità e non sono interconnessi. Non c’è dunque un coordinamento. “C’è la paura che se cominciandone a parlare, potrebbero essere intercettati ed essere condannati all’ergastolo”. Invece sulle indiscrezioni relative alla fine della guerra, suggerisce di aspettare: “È prematuro parlare di date. Nelle prossime due settimane, in base alla situazione sul campo di battaglia, potrebbero cercare un assalto importante a Kiev e ad altre grandi città o provare a mantenere quello che hanno conquistato, instaurando un governo fantoccio. Gli ucraini cercheranno di riconquistare territori e questo sarebbe una svolta importante”.