Il giornalista russo Vladimir Solovyev, è stato ospite nella serata di ieri di Massimo Giletti, in occasione del programma di La7, Non è l’Arena. Incalzato dal conduttore su una possibile minaccia nucleare, il collega russo ha spiegato: “Il nucleare in nessun caso può essere usato contro l’Ucraina. Contro gli Stati Uniti potrebbe essere usato, ma solo come risposta nel caso in cui gli Usa ci colpiscano”. Parole che ovviamente lasciano tutt’altro che tranquilli e che fanno capire come un’escalation nel conflitto ucraino potrebbe portare a conseguenza inimmaginabili per l’umanità.



Il conduttore di Russia 1 ha proseguito: “L’unico Paese che ha usato l’arma nucleare sono stati gli Stati Uniti d’America non la Russia. Non abbiamo nessun documento scritto dal quale si deduce che possiamo utilizzare un attacco tattico nucleare, che forse è una cosa che potrebbero fare gli Stati Uniti d’America, che sono quelli che hanno detto questo. Nessuno ha mai parlato di questa possibilità in Russia, è anche impossibile immaginarlo perché la polvere radioattiva ritornerebbe sul nostro territorio e per noi sarebbe terribile”.



VLADIMIR SOLOVYEV: “GLI AMICI DI ZELENSKY VOGLIONO AMMAZZARMI”

Vladimir Solovyev ha spiegato che la Russia sta usando solamente il 15 per cento del suo esercito per l’operazione ucraina, per un totale di circa 150mila soldati “il popolo ucraino siamo no – spiega – anche se è difficile capirlo”. Ucraini che però lo vorrebbero morto: “Gli amici di Zelensky vogliono ammazzarmi! – dice rivolgendosi ad Alessandro Sallusti, direttore di Libero, in collegamento con Non è l’Arena – hanno organizzato varie possibilità. Uno che era antifascista è stato ammazzato in Ucraina. Lì ammazzano i giornalisti, sono vietati tutti i canali televisivi”.



In studio a Non è l’Arena vi era anche la nota giornalista Sandra Amurri, che si è comunque sentita di schierarsi dalla parte di Vladimir Solovyev: “Grave che gli abbiano sequestrato le ville solo perché lavora per la tv di stato”, riferendosi alle sanzioni comminate negli ultimi due mesi alle numerose persone ritenute vicine a Vladimir Putin e che in qualche modo sovvenzionerebbero la sua causa.