Scontro a distanza andato in scena ieri sera durante la trasmissione di Rete 4 Fuori dal Coro. Il giornalista ucraino Vladislav Maistrouk, in collegamento da Kiev, se l’è presa con il collega del Corriere della Sera, Andrea Nicastro, di stanza invece in quel di Mariupol. “Dal mio punto di vista quel signore italiano che avete chiamato telefonicamente da Mariupol – dice Maistrouk in diretta televisiva sul quarto canale, senza nominare mai Nicastro ma facendo chiaramente riferimento al suo intervento – si deve vergognare, come si permette di dire che il governo ucraino tiene in ostaggio gli ucraini: ma quelle persone sono a casa propria, se volevano che i russi entrassero a Mariupol, li avrebbero accolti con pane e sale come si dice da noi, invece sono li che resistono, è una persona che dovrebbe fare informazione e si permette di fare questi commenti…”.



A quel punto è intervenuto Mario Giordano, in difesa di Nicastro: “No mi permetto però, non è qui e non è collegato, mi faccia difendere il collega, non facciamo polemiche a distanza”. Ma Vladislav Maistrouk non ci sta: “Qui non è polemica a distanza, qui mettiamo i puntini sulle I perchè voi avete fatto vedere come a sud dell’Ucraina, in un paesetto molto vicino a Mariupol, gli ucraini difendono la propria città dagli occupanti russi a mani nude e invece il vostro collega…”.



VLADISLAV MAISTROUK VS ANDREA NICASTRO, SCONTRO A FUORI DAL CORO: MARIO GIORDANO FA DA PACIERE

Di nuovo Mario Giordano: “Il nostro collega è libero di dire.. non faccia polemica”, ma il giornalista ucraino non ci sta: “E’ libero di dire ciò che vuole e io sono libero di dire ciò che voglio, e di opporre questa opinione”.

Quindi Giordano ha chiuso la polemica così: “Noi abbiamo fatto vedere le immagini, tra l’altro non facciamo polemiche con un collega che non si può difendere, sta facendo il suo lavoro in condizioni difficili come state facendo tutti voi e ringrazio fin da adesso tutti gli inviati, non mi sembra carino…”. Ma cosa aveva detto Andrea Nicastro durante il suo precedente collegamento? Ecco le sue parole riferendosi a Mariupol: “Sono 500mila persone che da una parte sono prigionieri dell’armata russa e dall’altra sono ostaggi degli ucraini che tenendoli in città li usano come scudi umani”.