La voce della mamma è speciale per i bambini, ma con l’arrivo dell’adolescenza la situazione cambia radicalmente. A dimostrarlo, come riportato dal Corriere della Sera, è uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience. I risultati dimostrano che il cervello si comporta in modo diverso in relazione all’età: intorno ai 3-4 anni riconosce il suono familiare e attiva le aree cerebrali coinvolte nel prestare attenzione con l’obiettivo di cogliere ricompense, mentre intorno ai 13-14 anni tende a rispondere in modo più interessato a suoni provenienti da persone sconosciute.
L’esito della ricerca non è altro che il riflesso di ciò che accade nella realtà. I legami sociali di un bambino in tenera età fanno riferimento strettamente alla famiglia, che detta le regole. Con la crescita il richiamo dell’ambiente esterno diventa sempre più forte, tanto che nell’adolescenza si arriva a contrastare le norme dettate dai genitori, che sembravano ormai interiorizzate. Il fenomeno in questione può comportare dei rischi, per cui il ruolo di madri e padri è fondamentale.
“Voce della mamma è speciale per i bambini”, ma solo fino all’adolescenza: uno studio svela cosa succede
Lo studio sulla reazione del cervello ai suoni ha spiegato perché la voce della mamma è speciale per i bambini, ma soltanto fino all’adolescenza. “Non è che queste aree cerebrali negli adolescenti smettano di rispondere alla mamma, piuttosto le voci sconosciute diventano più gratificanti e maggiormente degne d’attenzione”, ha precisato Daniel Abrams della Stanford University School of Medicine al Corriere della Sera.
Della stessa idea è anche Fabio Celi, psicologo clinico e psicoterapeuta. “I ragazzini cominciano ad ascoltare le voci del mondo esterno che aizzano alle sfide invece che quelle del mondo familiare che suggerirebbero prudenza”. I genitori, dunque, devono essere consapevoli del fatto che si tratta di un processo naturale, ma allo stesso tempo stare attenti a ciò che può accadere. “È importante prendere consapevolezza di questo meccanismo: favorirlo quando il ragazzino è ancora troppo dipendente dalla figura genitoriale e rallentarlo quando le “chiamate” esterne sono troppo pressanti”, ha concluso l’esperto.