Fisco contro giustizia. Non è il titolo di un nuovo film d’azione, ma la battaglia cui assisteranno i cittadini italiani nei prossimi mesi. I protagonisti sono i soliti: Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Il primo, non è un segreto, sta cercando l’occasione per rispedire a casa il presidente del Consiglio. Vorrebbe usare il tema della giustizia, ma non è semplice. Anche perché alcuni dei provvedimenti che il governo sta portando avanti fanno parte del programma elettorale.



E Fli ha sempre detto che avrebbe mantenuto le promesse con cui il centrodestra si era presentato alle elezioni del 2008. Ci sono poi dei temi (vedi il Lodo Alfano costituzionale), che i finiani hanno sempre condiviso. Anche nelle loro dichiarazioni pubbliche. Difficile quindi smarcarsi in questo momento. Non a caso il presidente della Camera, che è sempre stato un tattico piuttosto che un uomo di azione, ha deciso di abbassare i toni e prendere tempo.



Sta agevolando il cammino del Lodo a Palazzo Madama (anche se approvato definitivamente dal Parlamento – e i tempi non sono certo brevi – il testo dovrà probabilmente passare al vaglio della Corte Costituzionale e di un referendum promosso dall’opposizione) e non ha preso una posizione ufficiale sul testo della riforma che gli è stato presentato dal Guardasigilli.

Da qui ai prossimi mesi, infatti, lo scenario potrebbe cambiare significativamente. Ci sono i magistrati, che hanno ricominciato ad occuparsi con un certo interesse del presidente del Consiglio. E c’è la Consulta chiamata ad esprimersi sul legittimo impedimento. Il presidente della Camera forse si augura che altri gli risolvano il problema di scalzare il Cavaliere da Palazzo Chigi. Se ciò non accadesse ogni momento è giusto per alzare il livello dello scontro. Nel frattempo meglio non fare rumore. Anche se questo significa dover subire l’offensiva di coloro che avevano affidato a Fini il compito di “salvatore della Patria”.



 

E Berlusconi? Il premier ha già messo in campo la controffensiva rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia: il fisco. Non a caso ieri ha voluto incontrare il ministro dell’Economia Tremonti ed è voluto essere presente al tavolo messo a punto per favorire il confronto tra governo e parti sociali su questo tema. Il Cavaliere sa che dovesse riuscire a portare a casa una riduzione delle tasse e una riforma che vada incontro alle esigenze di famiglie e imprese, il suo indice di gradimento tornerebbe a salire significativamente. Mentre le polemiche attorno alla giustizia passerebbero quasi sicuramente in secondo piano. Insomma il tentativo è quello di rompere l’accerchiamento che altri stanno creando.

 

Di certo non sarà semplice anche perché oltre al fronte governativo Berlusconi deve fare i conti con la situazione esplosiva all’interno del Pdl. Dopo l’ufficio di ieri il clima sembra essersi un po’ rasserenato e il partito pare abbia recuperato una certa unità. I nodi irrisolti, però sono ancora molti. A cominciare dal malumore degli ex An che temono di perdere posizioni a scapito degli ex Forza Italia.

 

Ma anche all’interno di questi ultimi non mancano mal di pancia e lentamente cominciano a riemergere vecchi scontri e battaglie di potere locale. In molti, forse anche per ottenere qualcosa in cambio, minacciano di veleggiare verso Fli. Ma molto dipenderà dai contorni che assumerà la battaglia tra fisco e giustizia.