Qualcuno lo ha già definito l’assalto finale. Perché dopo averlo battuto in Parlamento sfilandogli tre dei “suoi”, adesso Silvio Berlusconi vuole togliere a Gianfranco Fini anche la poltrona di presidente della Camera.

Ecco perché sono in molti a credere che, dietro l’ultima richiesta della Lega, si nasconda un preciso disegno del premier. Anzitutto quella del Carroccio è un’offensiva molto particolare. Gli uomini di Umberto Bossi non chiedono la testa del leader di Fli, ma semplicemente un dibattito parlamentare sul suo ruolo. Perché, ha spiegato il capogruppo leghista, “se è possibile sindacare l’operato del presidente della Repubblica quello della Camera non può essere insindacabile”.

In questo momento quindi, Fini è nell’angolo. Se non dovesse ammettere il dibattito sarebbe tacciato di difendere la propria poltrona. Se lo fa dovrà sottoporsi a un processo pubblico. Insomma, l’impressione è che alla fine il leader di Fli sarà costretto a cedere. E c’è anche chi ipotizza una sua mossa a sorpresa per spiazzare gli avversari: dimettersi comunque riacquistando la propria libertà di azione politica.

Certo, in questi mesi lo scranno più alto di Montecitorio è servito a Fini per mantenere una certa visibilità. Non è escluso che, lasciandolo, anche la sua immagine ne risenta. Ma ormai anche i quotidiani che più lo hanno sostenuto nella sua battaglia contro Berlusconi (su tutti Repubblica) continuano a ribadire l’opportunità delle sue dimissioni. E c’è chi assicura che anche il presidente della Repubblica non gradisca troppo le due "parti in commedia" recitate dal leader di Futuro e libertà.

Anche per questo c’è chi sottolinea come la "difesa" dei finiani sia stata meno veemente del solito. Certo Benedetto Della Vedova parla di "propaganda politica" mentre Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Fli, fa notare come "il nostro gesto di fair play nei confronti di Calderoli (Futuro e libertà si è astenuto sulla mozione di sfiducia al ministro ndr) viene ricambiato dalla Lega con la richiesta di dimissioni, irricevibile sul piano politico, di Fini".

Ma l’impressione è che si tratti di una "difesa d’ufficio". Di sicuro c’è che, in questo momento, Fini non vuole alimentare polemiche nei confronti del Cavaliere che è tornato a giocare il ruolo del protagonista assoluto. Un ruolo che gli riconoscono anche i principali sondaggisti che non a caso, mentre danno Fli in caduta libera, descrivono il Pdl in ascesa.

Sullo sfondo resta l’Udc di Pier Ferdinando Casini che sembra più tentato da un possibile ingresso nell’esecutivo che dalle sirene di un ipotetico Terzo Polo. Anche per questo, forse, il Cavaliere spera di disporre presto della poltrona di presidente della Camera.

Una poltrona in più da offrire per allargare la maggioranza e consolidare l’esecutivo. Garantendo quella "continuità istituzionale" a difesa della quale si è schierato, recentemente, anche il presidente della Repubblica. Fini è avvisato.