Il saluto per nulla formale che ha caratterizzato l’incontro tra i componenti dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio dei Laici e il Papa, ha dato l’ennesima occasione a Benedetto XVI di tornare su un tema che gli sta particolarmente a cuore: la politica dei cattolici.
L’ultima volta che era intervenuto in materia, lo aveva fatto dal Portogallo denunciando il “silenzio” dei cattolici nella vita politica. Quelle parole non dovevano essere recepite dai soli portoghesi, visto che a Malta e ancor prima in Repubblica Ceka, il Santo Padre non si era stancato di rammentare ai cattolici il doveroso impegno per il bene comune e la promozione e difesa dei valori non negoziabili della vita, della famiglia, della libertà di educazione e della libertà sociale.
A Roma, nello scorso fine settimana, Benedetto con chiarezza disarmante e fuor di ogni polemica ha ricordato il formidabile tesoro dell’intero corpus, sempre e vivo, della Dottrina Sociale Cristiana.
Un passaggio edificante per tutti coloro che promuovono questa feconda impostazione da decenni.
Permettete un inciso. Non è possibile dimenticare l’opera solitaria e preziosa che fin dagli anni Ottanta un gruppo di laici di Comunione e Liberazione (Martini, Vittadini, Buttiglione, Cangiotti, Botturi e altri) promossero per riflettere e aggiornare l’insegnamento sociale della Chiesa. Ne uscirono “quaderni” tematici. Oggi sono ancora un materiale di grande stimolo, di stimolante aiuto e meriterebbero una aggiornata riedizione.
Dunque questo Papa, conferma anche sotto questo aspetto una proficua sequela della Tradizione e dell’insegnamento di Giovanni Paolo II. Diversamente da ciò che per molti si è pensato e scritto sulla fine della Dottrina Sociale Cristiana, Benedetto XVI sprona i politici cattolici a ripartire da lì.
I riferimenti più precisi e completi si trovano nella magnifica Centesimus Annus e in molti altri discorsi e inviti pronunciati dal Papa Magno, nel contempo la Caritas in Veritate può e deve essere letta anche sotto questo profilo di magistero sociale. Non solo nelle parti che affrontano i temi della crisi economica, dell’economia del dono, della attenzione ai paesi in via di sviluppo.
Un Papa a 360° che riprende la parola, dopo l’Assemblea di Verona nel 2005, e ritorna a dire ciò che già aveva affermato da cardinale nella Nota Dottrinale sull’impegno dei cattolici in politica del 2004.
L’impegno per il bene comune oggi è ancor più fondamentale di ieri, oggi nella società scristianizzata, nell’Europa che dev’essere rievangelizzata è decisivo l’ingresso dei cattolci anche in questo ambito di impegno sociale e civile.
È urgente il richiamo, non solamente inacettabili i silenzi e le connivenze, basterebbe prendere atto della firma alla legge sui matrimoni omosex in Portogallo, tre giorni dopo la fine della visita papale e da parte di un Presidente della Repubblica cattolico.
Urge un passo in avanti, un moto deciso, una ferma presa di coscienza e responsabilità. La politica senza i cattolici o con i cattolici non è affatto la stessa cosa, non vengono fatte le medesime leggi, prese le stesse decisioni, pensato il medesimo futuro. Tutto ciò è vero a una condizione, la ripete sempre Benedetto XVI, l’essere politici cattolici non è un cartellino da mostrare sulla giacca. L’incontro con Cristo cambia la vita, tutta la vita e la rende più piena, anche per l’impegno politico.