Lo ha ucciso perché lo voleva tenere calmo dopo giorni di sofferenze e grida: lo ha ucciso versandogli della vodka nel sondino naso-gastrico; ha ucciso suo figlio e non riesce ora a capacitarsene. Il “delitto” terribile è avvenuto in Vermont con protagonista Melissa Robitille, 43 anni, condannata a 12 anni di carcere per aver avvelenato, uccidendolo, il figlio 13enne Isaac che dalla nascita soffriva di una grave disabilità. Richiedeva cure 24 ore su 24 e la famiglia era evidentemente “segnata” dall’esperienza di dolore e sofferenza di quell’amato figlio, ma da qualche tempo pare le cose non andassero per niente bene in quella casa di Hardwick nel Vermont: i magistrati Usa hanno detto che la Robitille e il suo fidanzato, Walter Richters, hanno versato la vodka nel sondino del figlio perché «volevano tenerlo calmo», peccato che dopo qualche ora la morte è sopraggiunta non lasciando scampa al giovanissimo ragazzo disabile.



MAMMA UCCIDE FIGLIO DISABILE: LA FOLLIA E IL “DELITTO”

«Le sue condizioni era così critiche che anche una goccia di alcol lo avrebbe ucciso, oltre al diabete e alle gravi difficoltà che viveva pesava 49 chili», si legge nella sentenza (tradotta da Il Messaggero, ndr) con il fidanzato della madre, Walter Richters condannato a tre anni di prigione per omicidio colposo. La Robitille aveva fatto appello alla Corte Suprema sostenendo che «non c’erano prove che ad uccidere il figlio fosse stata la dose di alcol»: così però non è stato verificato dai giudici che non hanno lasciato scampo alla donna condannandola a 12 anni di carcere. La dinamica è tanto inquietante quanto “fredda”: la mattina del 22 agosto 2014 «la mamma (omicida) ha chiamato la polizia per riferire di aver trovato Isaac nel suo letto e che non si muoveva più. Un’autopsia ha riscontrato che il suo contenuto di alcol nel sangue era dello 0,146%, circa il doppio del limite legale per la guida. Il tredicenne era cieco, non aveva orecchie, e aveva ritardi nello sviluppo in termini di camminare e parlare, e aveva bisogno di almeno 80 ore di cura ogni settimana» riporta il Messaggero. Quel giorno però Isaac era molto agitato – e lo era da settimane pare dai media Usa – e dunque la “folle scelta” della vodka viene presa dalla mamma e dal compagno, certificata dal processo. Un delitto di un innocente, la follia che lo ha preceduto – forse frutto del dolore e della disperazione di quelle condizioni – e il “castigo” che ora occorrerà alla madre 43enne: la sua stessa famiglia ha voluto una dura condanna per quella donna, considerata una “cattiva madre”: come ricorda il Messaggero, la donna era già stata sposata «con un uomo di quasi 30 anni più anziano di lei e con quattro figli più grandi».

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