Il Sinodo in Amazzonia, abbiamo visto giusto ieri con le trame che vorrebbero dagli Usa una sollevazione importante contro Papa Francesco, si avvierà nei prossimi mesi sotto la protezione delicata del cardinale Lorenzo Baldisserri, scelto personalmente da Bergoglio per gestire questo importantissimo passaggio della Chiesa sudamericana travolta negli anni da pedofilia, teorie ancora figlie della Teologia di Liberazione e distanze anche dall’attuale magistero di Francesco. «Il Papa è il Papa e guida la Chiesa in questo momento. Personalmente non sono a conoscenza di altro. E poi sono cose affiorate anche in altri periodi storici», spiega il Cardinale al Messaggero per sminuire le voci che darebbero un piano elaborato negli Usa per portare Francesco alle dimissioni. Ecco che ieri dal Meeting di Rimini ha parlato nel bel convegno «imparare a guardare il mondo con gli occhi di Papa Francesco» Padre Arturo Sosa Abascal, Preposito generale della Compagnia di Gesà. Il gesuita “Papa Nero” (come viene chiamato il capo dell’ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola) ieri alla kermesse cattolica ha lanciato un messaggio assai più “netto” rispetto a quello “istituzionale” del Cardinal Baldisserri «Francesco non ci pensa proprio alle dimissioni».
PADRE SOSA DAL MEETING DI RIMINI: “PAPA FRANCESCO NON SI DIMETTE”
Padre Sosa ha ammesso di conoscere bene che vi siano diverse “trame” che vorrebbero tanto dentro quanto fuori il Vaticano la “cacciata” di Papa Francesco ma ha infatti rispedito al mittente le varie critiche: «Ci sono settori fuori e dentro il Vaticano che premono per far dimettere Papa Francesco, con lo scopo ultimo di fare in modo che il prossimo pontefice agisca in senso contrario alle linee guida espresse dall’attuale pontificato». Intervistato poi dall’Adnkronos – come riporta oggi Giansoldati sul Messaggero – Padre Sosa Abascal ha spiegato meglio «Ci sono persone, sia all’interno che all’esterno della Chiesa, che vorrebbero che Papa Francesco desse le dimissioni, ma il pontefice non lo farà. Credo che la strategia finale di questi settori non sia tanto quella di costringere’ Papa Francesco a lasciare, quanto di incidere sull’elezione del prossimo pontefice, creando le condizioni affinché il prossimo Papa non continui ad approfondire il cammino che Francesco ha invece indicato e intrapreso». Preoccupa il sinodo in Amazzonia ma anche i prossimi mesi con la costante “strategia della tensione” che secondo i gesuiti sarebbe stata innalzata ormai da tempo contro il Pontefice argentino: «mi preoccupa l’orizzonte, penso sia essenziale che il cammino intrapreso da Francesco continui, secondo la volontà della Chiesa espressa chiaramente nel Concilio Vaticano II, di cui Papa Francesco è figlio legittimo e diretto». Durante il convegno ieri al Meeting di Rimini, Padre Sosa si è anche soffermato sul significato profondo dell’innovazione di Papa Francesco nel comunicare la fede cristiana: «Il cristianesimo, come ama dire lo stesso Papa Francesco, non è una religione intimista, si può vivere solo in comunità […]. Si parla della secolarità come qualcosa di cattivo. Invece se lo leggiamo come segno dei tempi forse segno di speranza e non disperazione, la società secolare forse è il nuovo spazio per vivere e diffondere la nostra fede».