Industria auto in crisi in Germania, Volkswagen annuncia per la prima volta l’intenzione di chiudere stabilimenti per far fronte alla necessità di tagliare i costi di produzione. Una situazione che rispecchia le difficoltà che a livello nazionale tutto il settore sta riscontrando, soprattutto dopo il crollo delle vendite di nuovi veicoli elettrici e di conseguenza una riduzione degli utili rispetto agli investimenti sostenuti. Il Ceo del gruppo Volkswagen, Oliver Blume, aveva già anticipato recentemente che l’azienda avrebbe adottato un nuovo programma di tagli in occasione di una intervista esclusiva rilasciata al quotidiano Welt nella quale aveva confermato il bilancio in negativo che segnava una perdita storica, dopo 15 anni, relativa al primo trimestre 2024.



Per questo motivo l’iniziale intenzione era quella di sospendere le attività nello stabilimento di Bruxelles, che recentemente era stato convertito per essere alimentato a energia quasi totalmente da rinnovabili e nel quale viene prodotto il nuovo modello elettrico Q8. Le vendite però sono state di gran lunga inferiori alle aspettative con un calo significativo di quasi l’8% in meno rispetto alle previsioni, ed il flop ora sta mettendo a rischio anche i posti di lavoro.



Volkswagen chiude stabilimenti in Germania per crisi mercato auto elettriche, a rischio 110mila posti di lavoro

Dopo 87 anni la Volkswagen valuta per la prima volta la chiusura di stabilimenti produttivi in Germania, una decisione che conferma la crisi in atto di tutto il settore auto e di conseguenza anche un rallentamento significativo dell’economia tedesca che fino a qualche anno fa era stata trainata proprio dai colossi dell’industria dei motori. Il quotidiano Bild ha riportato le dichiarazioni ufficiali del Ceo Oliver Blume, che ha dichiarato che l’azienda ha preparato un programma di tagli, necessari per compensare le spese sostenute per la conversione green e il progressivo abbandono dei sistemi termici che però non ha prodotto gli effetti desiderati.



Le vendite delle auto elettriche hanno subito un crollo importante, sostenuto soprattutto dal calo delle domande per quanto riguarda i veicoli considerati di fascia alta non più competitivi come in passato. Inoltre, come lo stesso amministratore ha ammesso ci sarebbero altre responsabilità da attribuire a “Nuovi attori che stanno investendo in Europa“. I sindacati sono già sul piede di guerra perchè la decisione potrebbe avere un impatto negativo mettendo in pericolo fino a 110mila posti di lavoro che dovevano essere tutelati da un accordo di salvaguardia previsto fino alla fine del 2029.