Sulle pagine del quotidiano italiano Libero è intervenuto Ugo Volli, docente fino al 2019 di Semiotica del testo e filosofia della comunicazione all’Università di Torino, che ha riflettuto sulla paura diffusa nei confronti del fascismo, della situazione delicata in Israele e di democrazia e dittatura. Innanzitutto, si è voluto opporre all’idea per cui il fascismo sia stato il male assoluto, “mi sembra poco ragionevole. Il fascismo è stato il male, ma assoluto vuol dire che non ha relazione con altro”.
“Per me”, spiega ancora Ugo Volli, “è più importante che chi ha una continuità col fascismo ne prenda le distanze, dica che è stato male e si impegni a rispettare la democrazia”. Una distanza, però, che “nessuno chiede agli esponenti della sinistra”, sostenendo che “è in Italia, come in tutto il mondo occidentale, esista un’egemonia culturale della sinistra. I comunisti e i loro eredi sono riusciti a riunire magistratura e giornali su temi che convengono a loro, e il fascismo viene usato come arma”. Secondo Volli, infatti, “a sinistra si pensa che il temine anticomunista non sia un titolo d’onore ma una colpa”.
Ugo Volli sulla situazione di Israele
Scendendo poi nel dettagli della questione, Ugo Volli ha riflettuto anche sulla situazione a cui si sta assistendo in Israele, dove la paura verso il fascismo ha il volto del presidente Netanyahu. Un uomo “eletto e ri-eletto democraticamente, che lascia la piazza sia libera di protestare e ha gran parte della stampa contro. Come fascista è un fallimento“. Infatti, spiega che “in Israele c’è un sistema che si è costruito progressivamente secondo cui chi ha il potere di decidere su tutto”.
Potesi, continua a spiega Volli, che in Israele sono stati assunti dalla Corte Suprema, che “si è anche arrogata il diritto di abolire le leggi fondamentali d’Israele sulla base del principio di ciò che alla corte sembra ‘ragionevole’, che non è un criterio oggettivo”. In generale, il paese sembra che si sia “dimenticato che dovrebbe contare l’elettorato, chi vota e non chi ha i giornali o sa parlare meglio”. Ugo Volli conclude il suo pensiero con una domanda: “La vera questione è chi comanda in Israele: il governo espressione del Parlamento, e cioè degli elettori, o dei giudici eletti da se stessi?”.