Un Boeing 787 partirà domani da Londra Heathrow per New York senza passeggeri ma con un carico di scienziati, leader dell’aviazione e politici: sarà alimentato in gran parte da olio da cucina usato, meglio noto come carburante sostenibile per l’aviazione, spiega il The Guardian. Il governo britannico e l’industria aeronautica sperano che il volo Virgin Atlantic, finanziato con 1 milione di sterline dei soldi dei contribuenti, possa dimostrare che volare più ecologicamente e che le aspirazioni “jet zero” per il 2050 sono realizzabili. Il segretario ai trasporti, Mark Harper, si sta preparando a salire a bordo: il politico ha affermato che il viaggio potrebbe rappresentare un momento storico che aprirebbe la strada a cambiare il futuro del volo.
Gli scienziati hanno lavorato sulla creazione e l’utilizzo di un serbatoio di carburante sostenibile per l’aviazione (SAF), sintetizzato dal carbonio catturato e dal petrolio riciclato. Secondo i produttori l’impronta di carbonio del volo sarebbe di circa il 70% inferiore a quella del jet fuel convenzionale. L’industria aeronautica ora crede che i SAF siano lo strumento più importante per ridurre a zero le emissioni nette di carbonio e per farlo entro il 2050. Ciò allarma però gli attivisti ambientali, che sono scettici sui SAF e hanno espresso preoccupazione per il volo della Virgin Atlantic. Questo mese sono stati annunciati 53 milioni di sterline per finanziare nove progetti del Regno Unito per creare SAF in diversi modi, dalla combustione dei rifiuti alla conversione di CO2 e idrogeno verde.
Volo senza combustibili fossili: nodo emissioni
Secondo Cait Hewitt, direttore politico della Aviation Environment Federation (AEF), è sbagliata l’affermazione secondo cui i passeggeri sono ora “un passo avanti verso il volo senza emissioni di CO2”. Un portavoce della Virgin Atlantic ha detto che le emissioni di CO2 dalla parte posteriore dell’aereo che partirà da Londra fino a New York, saranno identiche, anche se le emissioni “nette” calcolate dal carbonio risparmiato nel riciclo del petrolio sarebbero inferiori del 70%. Hewitt ha aggiunto che l’AEF si sente “sempre più a disagio riguardo alle affermazioni fatte per la SAF, anche se il modello ufficiale gli attribuiva un ruolo molto più modesto e i principali scienziati esprimevano profondo scetticismo”. Anche il termine SAF sarebbe problematico: come affermato l’AEF “la sostenibilità dei combustibili alternativi deve essere valutata, non data per scontata”.
L’idrogeno verde, che cattura la CO2 dall’aria, sembrerebbe realmente sostenibile. Tuttavia l’aviazione avrebbe bisogno di enormi quantità di energia rinnovabile per creare tale carburante, spiega il The Guardian. Matt Finch, responsabile delle politiche britanniche di Transport & Environment, un gruppo che promuove una campagna per i trasporti puliti, ha affermato: “La domanda non è: possiamo farcela, ma dovremmo farlo: qual è il miglior utilizzo dell’elettricità rinnovabile?”. Intanto la scorsa settimana il ministro dei trasporti ha dichiarato in una conferenza delle compagnie aeree che ci sarebbero stati cinque impianti di produzione in corso entro il 2025 “per costruire la base SAF britannica”.