Lui ha il coraggio di scherzarci su, di sorriderci: “E’ normale che succeda perché sono nero”. Umar Ghuni, 25 anni, nato in Ghana, sa che prima che gli immigrati vengano accettati in Italia ci vorrà molto tempo, anni e anni. Dovranno cambiare generazioni, dovranno cambiare gli italiani. Ma lui non ha paura e fa quello che deve fare, senza reagire agli insulti che gli arrivano a getto continuo. Regolarmente assunto in una cooperativa, nel tempo libero fa il volontario della Croce Rossa a Loano, in provincia di Savona. L’altra sera era a una raccolta di fondi per comprare una nuova ambulanza e distribuiva volantini per informare dell’iniziativa. Un passante gli ha detto: “Sporchi la divisa che indossi”.
UN INSULTO CHE UCCIDE LA SPERANZA
Un insulto odioso e schifoso. La Croce Rossa di Loano è esasperata: “ormai è stato superato il limite. E’ inaccettabile che un ragazzo d’oro, uno che ha scelto di aiutare gli altri, venga insultato, Ormai veniamo tutti attaccati come soccorritori, siamo diventati un bersaglio, ma lui e l’altro ragazzo straniero sono nel mirino più degli altri. E stiamo parlando di una persona sempre ‘positiva’, che riesce a prendere anche questi insulti vergognosi con il sorriso”. Quando si insulta e schernisce chi fa opera di carità e speranza, vuol dire che la gente ha perso ogni coscienza del bene. Come ha detto Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, “colpire chi porta soccorso significa annichilire la speranza”.