INVESTITO A VOLVERA: L’ULTIMO GESTO, SALVARE FIDANZATA

Stava attraversando sulle strisce pedonali insieme alla fidanzata, quando un’auto lo ha investito e straziato. Prima di essere colpito, però, è riuscito a salvare la fidanzata. Ha visto arrivare l’auto a tutta velocità e ha spinto via la ragazza. Una manata alla schiena che è stata provvidenziale, perché la Bmw bianca l’ha appena sfiorata. Nella caduta la ragazza ha riportato una frattura alla spalla, ma è sopravvissuta, invece il fidanzato non ce l’ha fatta: è volato via a 40 metri di distanza, «smembrato», hanno scritto i soccorritori nelle relazioni di servizio. La tragedia è avvenuta a Volvera, in provincia di Torino. La vittima è Mattia Casazzo, che aveva compiuto da poco 22 anni. La fidanzata Ramona Brancale, invece, ne ha 19.



Il responsabile dell’incidente è scappato, senza rallentare. Stando a quanto riportato da La Stampa, ha portato a casa l’amico che era con lui, e che lo aveva implorato di fermarsi, ha parcheggiato in garage e poi è tornato sul luogo dell’incidente. Così Andrea Boggia, 24 anni, ha scoperto che il ragazzo che aveva investito era un suo amico, uno con cui aveva giocato a calcio nella squadra del posto e che poi vedeva ad un bar di Volvera. Ai genitori aveva raccontato quanto accaduto. Sono stati loro a convincerlo a chiamare i carabinieri. Qualcuno però lo aveva riconosciuto mentre scappava, quindi i carabinieri lo hanno bloccato e arrestato per omicidio stradale.



IL TESTIMONE “NON VOGLIO PENSARE A QUEL CHE HO VISTO”

Ai carabinieri l’autista ha raccontato di aver bevuto un paio di birre dopo lavoro e di essere andato in un altro paese, di nuovo a bere. Qualche amaro con un paio di amici, ma gli sono state trovate anche tracce di cannabinoidi nel sangue. Stando a quanto riportato da La Stampa, in paese sussurrano che gli piacesse correre in auto e che avrebbe avuto in passato qualche problema con la giustizia. Lo descrivono come «un ragazzo difficile», con grossi problemi a casa. Un testimone racconta al quotidiano di aver sentito un «rumore spaventoso». Quando è corso a vedere cos’era successo, ha visto il corpo dilaniato di Mattia Casazzo.



«Mio Dio non mi faccia pensare a quel che ho visto. Tutti avevano già capito chi era stato ad investirlo. Ma la macchina non c’era. Dicevano che era scappato. Poi lo abbiamo visto arrivare. Prima faceva finta di niente. Quando ha capito che non c’era via di fuga ha provato a giustificarsi. E allora i carabinieri lo hanno caricato in macchina e se lo sono portato via». L’avvocato dell’automobilista, Natascia Taormina, riferisce che è sconvolto: «Piange, si dispera: il nostro incontro in carcere è stato un momento davvero straziante».