La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante una recente conferenza stampa tenuta a Stoccolma, ha parlato di alcuni tra i tempi più importanti a livello europeo degli ultimi mesi, tra un piano per la Difesa comune dell’Unione, la guerra in Ucraina, la crisi dei migranti e le elezioni europee. Su quest’ultimo tema, tuttavia, non si è sbilanciata eccessivamente e a chi le ha posto domande su un secondo mandato, ha risposto che “fino al 21 febbraio” potrà presentare l’eventuale domanda, invitandoli ad “essere pazienti” ed attendere per vedere cosa succederà da qui a quel momento. Più esaustive, invece, le posizioni di von der Leyen per quanto riguarda gli altri argomenti, in particolare quella della Difesa comune, diventato sempre più centrale nei discorsi internazionali.



Von der Leyen: “A marzo un piano per la Difesa comune in UE”

“L’invasione russa dell’Ucraina è stata anche una sveglia per l’Europa”, ha esortito von der Leyen parlando della Difesa comune, sottolineando che “dobbiamo ripensare la nostra difesa e la base industriale della difesa. E dobbiamo rafforzare la nostra industria non solo per avere maggiore accesso ai sistemi militari ma aumenterà molto anche l’interoperabilità delle forze armate dei diversi Stati dell’Ue. A marzo”, ha promesso la presidente, “la Commissione europea presenterà la strategia per l’industria europea della difesa“.



Sempre in merito alla Difesa, ma riferendosi a quella dell’Ucraina, von der Leyen ha dichiarato di essere al lavoro “intensamente con il Governo ungherese per avere una soluzione a ventisette per stanziare i 50 miliardi per l’Ucraina per i prossimi quattro anni. È la nostra priorità principale. Ma ovviamente prepariamo soluzioni alternative se ciò è impossibile ma in generale l’Ue è costruita sul dialogo e sul trovare le soluzioni insieme e con tutti i Stati membri”. Infine, sempre centrale nel discorso di von der Leyen è stato il tema migranti, che ritiene essere “un’altra forma di guerra ibrida [che] richiede una risposta chiara e determinata. Qui vogliamo essere molto chiari. Abbiamo sempre adempiuto ai nostri obblighi internazionali. Lo abbiamo fatto in passato. Lo facciamo oggi. Lo faremo in futuro. Ma siamo noi a decidere chi arriva nell’Unione europea e in quali circostanze, non i contrabbandieri e i trafficanti o addirittura gli autocrati”.

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