Ursula von der Leyen, attuale Presidente della Commissione UE, è stata accusata da alcuni europarlamentari di favoritismo per aver spinto sulla nomina dell’eurodeputato tedesco della CDU Markus Pieper, inviato per le Piccole e medie imprese. La fonte di queste voci sarebbe la newsletter di David Carretta, confermata poi da alcune fonti interne del sito Euractiv che ritengono si tratti di questioni “estremamente ben documentate”.



Tornando all’accusa di favoritismo nei confronti di Ursula von der Leyen, alcuni europarlamentari hanno criticato la particolare nomina di Markus Pieper, tra gli esponenti politici tedeschi della CDU che è divenuto, dal 2004, timidamente noto tra gli europarlamentari PPE in breve tempo. La nomina da parte del Collegio dei Commissari è stata fatta il 31 gennaio con una mossa di routine. I sospetti, però, sorgono dal fatto che la sua nomina sia stata fatta appena tre settimane prima che la CDU annunciasse il suo sostegno al secondo mandato di von der Leyen. Appare, inoltre, singolare che Pieper, nel momento della sua elezione, non fosse il candidato indicato come migliore dai comitati di selezione indipendenti o dal commissario Thierry Breton.



L’Eurodeputato: “von der Leyen vuole aumentare l’influenza tedesca in Commissione”

Ad accusare di favoritismo Ursula von der Leyen, ai microfoni di Euractiv è stato, tra gli altri, l’eurodeputato francese di Renew Christophe Grundler. Lui, infatti, vede nella nomina di Pieper “un tentativo di aumentare l’influenza tedesca all’interno della Commissione europea”, riconoscendo nelle scelte della presidente un chiaro e preciso gioco politico. “Sembra”, ha spiegato Grundler, “un piccolo accordo tra amici della CDU”. Tesi ripetuta anche da un’altra fonte collegata a Renew Europe, secondo la quale von der Leyen sta cercando di aumentare il sostegno al suo partito e, dunque, alla sua rielezione.



Soffermandosi, invece, sui candidati che von der Leyen ha escluso per nominare Pieper, ricevendo l’accusa di favoritismo, ci sarebbero Martina Dlabajová della Repubblica Ceca e Anna Stellinger della Svezia. Entrambe avrebbero ricevuto, dai comitati e da Breton, punteggi superiori a Pieper del 30% e Grundler sottolinea che “la signora Dlabajová presiede un intergruppo sulle PMI dal 2019 e ha concentrato il suo intero mandato su questo tema”, segale, questo, che nell’operato di von der Leyen ci sarebbe una chiara “mancanza di trasparenza“.