In una fondamentale tappa del suo percorso elettorale che sta toccando tutta Europa, la presidente uscente della Commissione UE Ursula von der Leyen è approdata nello studio di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, affrontando tutti quei temi sensibili all’opinione pubblica e alle forze politiche che potrebbero giocare un ruolo cruciale nella sua rielezione, oppure nell’esclusione del palazzo di Bruxelles. Proprio il tema delle Elezioni Europee – non a caso – sembra essere velatamente centrale in tutte le parole pronunciate da Ursula von der Leyen, a partire dall rivendicazioni sui successi del Green Deal, fino ad arrivare al suo progetto per il futuro dell’Europa e dell’Unione che a lungo ha presieduto.
Come ricorda il quotidiano Tag24, infatti, la presidente uscente si trova tra due fuochi incrociati, con i suoi ex fedelissimi – da un lato – che hanno storto il naso dopo la sua candidatura da parte del PPE (memori soprattutto dei numerosi scandali che l’hanno coinvolta) e, dall’altro, una spinta sempre più sovranista che arriva da ogni parte d’Europa. Proprio dall’Italia, infatti, quella spinta contro Ursula von der Leyen è rappresentata dalla figura quasi anti-europeista di Matteo Salvini, mentre la premier Meloni sembra aver scelto la carrozza dei conservatori, nella speranza che il prossimo Consiglio UE abbia una maggioranza a favore della politica tedesca.
Ursula von der Leyen: “è presto per parlare delle alleanze post-voto in UE”
Tuttavia, pur ricordando ancora una volta che il voto di giugno sarà fondamentale per creare quello che la stessa Ursula von der Leyen definisce un “centro coeso” di potere – guardando soprattutto ai giovani che più volentieri accettano il Green Deal – e promettendo che dalle urne uscirà un’Unione rinnovata e nuovamente centrale nella politica internazionale; a Fazio non si lascia scappare alcun nome sui partiti che potrebbero far parte di una sua ipotetica formazione, ricordando che “i gruppi politici si costruiscono solo dopo le elezioni“.
Secondo Ursula von der Leyen, infatti, “spesso non è chiaro se un piccolo raggruppamento di un Paese membro andrà in un partito, piuttosto che in un altro del Parlamento”, ma fermo restando questa innegabile realtà, la presidente ritiene di poter lavorare con chiunque sia “chiaramente pro Europa, pro Ucraina e pro Stato di Diritto. Con questi”, conclude, “io offrirei una collaborazione per andare avanti anche in questi tempi così difficili”.