Ursula Von der Leyen chiede scusa all’Italia e lo fa con parole molto forti e significative pronunciate dalla presidente della Commissione Europea nel corso di un suo intervento presso il Parlamento Europeo. Von der Leyen fa dunque autocritica su tutta la linea, invitando l’intera Ue a cambiare atteggiamento per far sì che queste scuse non restino solo parole.



Von der Leyen ricorda quanto è successo all’inizio della pandemia di Coronavirus, quando sembrava che in Europa questo fosse un problema praticamente solo dell’Italia: “E’ vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia”.

L’Unione Europea dunque ha sbagliato, lasciando troppo solo un suo Paese membro – tra l’altro socio fondatore e uno dei massimi contribuenti – fino a quando sembrava che il problema fosse solo (o quasi) dell’Italia. Arrivano dunque le scuse di Ursula Von der Leyen, con parole molto chiare e sincere: “Ed è vero, l’Ue ora deve presentare una scusa sentita all’Italia, e lo fa“.



VON DER LEYEN: “SCUSA ITALIA, ORA TUTTI CAMBINO COMPORTAMENTI”

Von der Leyen chiede scusa all’Italia, ma è anche consapevole del fatto che chiedere scusa a parole non basta nel mezzo di una pandemia che sta portando morte e anche seri problemi economici, non solo in Italia. Ecco perché adesso sarà fondamentale che tutti collaborino concretamente per il bene dell’intera Europa: “Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora Ue è il cuore pulsante dell’Ue”.



Con questa frase Von der Leyen vuole dunque richiamare tutti alla centralità del ruolo dell’Unione Europea nel suo complesso se si vuole affrontare una pandemia, che per definizione non conosce confini, e una crisi economica che potrebbe essere la peggiore dai tempi del 1929 e poi della Seconda Guerra Mondiale.

Scuse all’Italia e necessità per l’Europa di cambiare passo: Ursula von der Leyen ha parlato chiaro, adesso tutti sapranno adeguarsi a questa svolta per fare sì che finalmente l’Unione Europea possa diventare un’attrice protagonista di questa sfida epocale che ci attende?