VON DER LEYEN NEL SUO ULTIMO DISCORSO SULLO STATO DELL’UNIONE: IL “TANDEM” CON DRAGHI

«Quando l’Europa è coraggiosa, riesce a fare le cose. E il nostro lavoro è lungi dall’essere finito, quindi restiamo uniti. Consegniamo oggi e prepariamoci per domani»: così la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen in apertura del suo discorso sullo stato dell’Unione, l’ultimo del suo mandato prima delle prossime Elezioni Europee previste per il giugno 2024.



Il discorso ha puntato su tre sfide principali, individuate da Von der Leyen su lavoro, inflazione e ambiente commerciale: «arrivano in un momento in cui chiediamo anche all’industria di guidare la transizione pulita. Dobbiamo quindi guardare avanti e stabilire come rimanere competitivi mentre lo facciamo». È per questo che la Presidente uscente della Commissione Europea ha annunciato di aver chiesto all’ex Presidente BCE ed ex Premier italiano Mario Draghi – «una delle grandi menti economiche europee» – di preparare «un rapporto sul futuro della competitività europea».



COSA HA DETTO VON DER LEYEN NEL DISCORSO ALL’UE: VIDEO E TUTTI I TEMI

Un discorso lungo poco più di un’ora in cui Von der Leyen ha toccato tutti gli altri temi “caldi” dell’Unione Europea sempre più attraversata da tensioni e crisi economiche, in primis l’inflazione come risultato delle precedenti sofferte stagioni Covid-guerra-energia: è sui migranti che punta molto la Commissione Ue uscente, spiega la Presidente preannunciando il patto globale con i vari Stati membri come «molto vicino». Ha detto nel suo discorso sullo stato dell’Unione che «Il nostro lavoro sulla migrazione si basa sulla convinzione che l’unità sia alla nostra portata». Von der Leyen assicura «sicurezza e umanità» nel patto Ue sui migranti, sottolineando come l’accordo «non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno l’opportunità storica di superarlo. Dimostriamo che l’Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole». Rimanendo sul tema, Von der Leyen ha aggiunto come occorre mostrare già nell’immediato presente, nei confronti dell’Africa «la stessa unità di intenti che abbiamo dimostrato nei confronti dell’Ucraina». Occorre infatti «concentrarci sulla cooperazione con i governi legittimi e le organizzazioni regionali. E dobbiamo sviluppare un partenariato reciprocamente vantaggioso che si concentri su questioni comuni per l’Europa e l’Africa. Per questo motivo, insieme all’Alto rappresentante Borrell, lavoreremo a un nuovo approccio strategico da portare avanti alla prossima riunione Ue-Unione Africana».



Sul fronte ambiente, il Green Deal Ue resta il fulcro della presidente Von der Leyen, tutt’altro che accettato unanimemente anche dalla stessa maggioranza “Ursula”: «Sul Green Deal europeo manteniamo la rotta. Rimaniamo ambiziosi. Manteniamo la nostra strategia di crescita. E ci impegneremo sempre per una transizione giusta ed equa». Un pianeta considerato «in ebollizione» da Von der Leyen necessita di interventi strong, eppure – questa l’assicurazione (tutta da dimostrare nei fatti, ndr) – «continueremo a sostenere l’industria europea durante questa transizione». La Presidente Von der Leyen ha poi annunciato nel suo lungo discorso delle iniziative della Commissione Ue in merito all’indagine «anti-sovvenzioni nel settore elettrico dei veicoli provenienti dalla Cina», in quanto «I mercati globali sono inondati di auto elettriche cinesi più economiche, a prezzi mantenuti artificialmente bassi da ingenti sussidi statali. Questo distorce il nostro mercato. E poiché non lo accettiamo dall’interno, non lo accettiamo dall’esterno».

Sul fronte attivo degli interventi in materia di sviluppo sostenibile, Von der Leyen dichiara il prossimo pacchetto di misure europee sull’energia eolica, in stretto coordinamento con l’industria e i Paesi membri: «Accelereremo ulteriormente il rilascio dei permessi. Miglioreremo i sistemi di aste in tutta l’Ue. Molti stanno già lavorando per un’agricoltura più sostenibile. Dobbiamo lavorare insieme agli uomini e alle donne dell’agricoltura per affrontare queste nuove sfide. È l’unico modo per garantire l’approvvigionamento di cibo per il futuro». Capitolo finale, il futuro delle adesioni e ingressi in Europa: qui Von der Leyen resta molto abbottonata sul tema Ucraina mentre apre decisamente all’ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen, «facciamole finalmente entrare, senza ulteriori indugi. Sofia e Bucarest stanno poi mostrando le migliori pratiche sia in materia di asilo che di rimpatri». Per quanto riguarda invece l’Ucraina nell’Ue, Von der Leyen conclude «Abbiamo visto i grandi passi avanti già compiuti da Kiev da quando le abbiamo concesso lo status di candidato. E abbiamo visto la determinazione di altri Paesi candidati ad attuare riforme». Il criterio per entrare in Europa è sempre il «merito» e la Commissione «difenderà sempre questo principio. Ci vuole duro lavoro e leadership. Ma ci sono già molti progressi».