RAPPORTI UE-CINA, I TIMORI DI VON DER LEYEN SULLA GUERRA IN UCRAINA

Non lo ha detto e non rimarrà scritto da nessuna parte, ma l’imminente missione diplomatica e geopolitica della Presidente Ue Ursula Von der Leyen con Emmanuel Macron in Cina rappresenta uno snodo importante per la storia dell’Europa: di fatto, con la “scusa” di insistere sulla necessità di ‘stanare’ la Russia per la guerra in Ucraina, l’Ue si appresta a “consegnare” a Xi Jinping il ruolo ufficiale di mediatore globale per una pace futura. Ruolo che fino a poco tempo fa sarebbe andato di diritto agli Stati Uniti ma che l’evoluzione dello scontro tra Nato e Russia rende ora impossibile.



«Siamo preoccupati da ciò che sta dietro al ritorno della Cina sulla scena globale. In qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Cina ha la responsabilità di salvaguardare i principi e i valori che sono alla base della Carta Onu. E ha la responsabilità di svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una pace giusta. Ma questa pace può essere giusta solo se si basa sulla difesa della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina»: lo ha detto la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel suo discorso sulle relazioni con Pechino al “Mercator Institute for China Studies and the European Policy Centre” a Bruxelles, in vista del viaggio ufficiale in Cina previsto per la settimana prossima, assieme al presidente francese Emmanuel Macron. Di vitale importanza secondo i vertici Ue garantire la piena stabilità diplomatica con apertura continua di linee di comunicazione verso la Cina: questo sarà ribadito da Von der Leyen davanti a Xi Jinping, ma non solo.



VON DER LEYEN: “CINA LEADER MONDIALE? L’EUROPA NON SI SGANCI DA PECHINO”

«Non credo che sia percorribile – né nell’interesse dell’Europa – sganciarsi dalla Cina»: il discorso di Von der Leyen punta infatti dritto al tema del “de-risking”, piuttosto che il “de-coupling”, «questo è uno dei motivi per cui presto mi recherò a Pechino insieme al presidente Macron». Sarà però proprio il modo in cui la Cina continuerà ad interagire sul fronte della guerra – dopo il piano di pace consegnato al Cremlino nelle scorse settimane – «che sarà un fattore determinante per le relazioni» tra Europa e Pechino.



Tra le righe delle parole di Von der Leyen si può leggere un passaggio importante nelle intricate relazioni tra i due colossi: «Lungi dall’essere scoraggiato dall’atroce e illegale invasione dell’Ucraina, il Presidente Xi mantiene la sua “amicizia senza limiti con la Russia di Putin. Ma c’è stato un cambiamento di dinamica nelle relazioni tra Cina e Russia. Dalla visita è emerso chiaramente che la Cina vede nella debolezza di Putin un modo per aumentare la propria influenza sulla Russia. Ed è chiaro che l’equilibrio di potere in questo rapporto – che per la maggior parte del secolo scorso ha favorito la Russia – si è ora invertito». Vi è una “sudditanza” della Russia nei confronti della Cina che, secondo l’Europa, deve essere sfruttata per arrivare ad una pace duratura: «Le parole più eloquenti sono state quelle pronunciate dal Presidente Xi nei confronti di Putin sui gradini fuori dal Cremlino, quando ha detto: “In questo momento ci sono cambiamenti che non si vedevano da 100 anni. E siamo noi a a guidare questi cambiamenti insieme», ha concluso la Presidente della Commissione Europea, non prima di sottolineare quanto sentito lo scorso ottobre da Xi nel suo discorso al Congresso del Partito Comunista «entro il 2049 vuole che la Cina diventi un leader mondiale in ‘forza nazionale e influenza internazionale’. O per dirla in termini più semplici: essenzialmente, vuole che la Cina diventi la nazione più potente del mondo. Date le sue dimensioni e l’influenza globale, è positivo che l’economia cinese abbia finalmente riaperto dopo il Covid-19. Ed è positivo che i nostri cittadini, le nostre imprese e i nostri diplomatici possano avere di nuovo scambi. Perché la comprensione reciproca inizia parlandosi».