NOMINE TOP JOBS UE CHIUSE AL CONSIGLIO EUROPEO: VINCE LO SCHEMA VON DER LEYEN, ECCO LE DECISIONI
Le nomine sui “Top Jobs” in Ue sono chiuse e verranno presentate alla prima seduta del Parlamento Europeo il prossimo 16 luglio 2024: il Consiglio Europeo in svolgimento ieri e oggi a Bruxelles ha trovato alla fine una quadra escludendo il voto di Italia e Ungheria, contrari al metodo utilizzato da PPE, S&D e Renew nella spartizione del potere nonostante i numeri sui seggi eletti alle Europee non darebbero al partito di Macron la licenza di dettare la linea. In attesa di capire se vi saranno ulteriori scossoni nei gruppi politici (qui le ultime novità, ndr).
E così la “terna” preparata da Von der Leyen, Macron e Scholz con gli altri negoziatori di Popolari-Socialisti-Liberali viene di fatto votata da quasi l’intero Consiglio Europeo: la popolare Ursula Von der Leyen è stata ufficialmente nominata candidata unica per la Commissione Ue; il socialista portoghese Antonio Costa nominato prossimo Presidente del Consiglio Ue, al posto di Michel; l’estone liberale Kaja Kallas invece come Alto Rappresentante della Politica Estera Ue, al posto dello spagnolo Borrell. In aggiunta, sarebbero giunte rassicurazioni alla popolare Roberta Metsola che dovrebbe essere certa la sua riconferma alla guida del Parlamento Ue anche per i prossimi due anni e mezzo.
Con le nomine chiuse non si ferma però l’interlocuzione di Von der Leyen per ampliare il più possibile la maggioranza in Parlamento Ue, temendo svariati “franchi tiratori” specie dalla sua parte politica, i Popolari, tutt’altro che convinti di riproporre lo schema con socialisti e liberal-democratici. Dai Verdi a parte dei Conservatori, la Presidente della Commissione Ue impiegherà le prossime due settimane in un complesso lavoro diplomatico per ottenere quanti più voti degli attuali 399 in “dote” con l’accordo raggiunto stanotte in Consiglio Europeo.
IRA MELONI CHE SI ASTIENE SU VON DER LEYEN E BOCCIA COSTA-KALLAS: “NOMINE SBAGLIATE NEL MERITO E NEL METODO”. ORA COSA SUCCEDE
L’Italia di Giorgia Meloni è la vera sconfitta dello schema di nomine Ue sui “Top Jobs”: Giorgia Meloni aveva chiesto un cambio di passo nel metodo e nel merito di queste trattative: ad esempio che l’ECR giunto davanti a Renew alle Europee per numero di seggi eletti potesse partecipare attivamente alle nomine Ue. Invece né i Conservatori né l’Italia stessa della Premier Meloni sono stati coinvolti, con un accordo “segreto” poi emerso ieri ufficialmente nella terna ipotizzata da Von der Leyen. L’Italia si è astenuta sul voto alla leader tedesca mentre ha votato no contro il socialista Costa e la Premier Kallas: Orban con l’Ungheria, dopo aver proposto un gruppo di Centrodestra alternativo ai “traditori degli elettori europei” (riferimento al PPE, ndr), ha votato contro sia Von der Leyen che Kallas, mentre non si è opposto su Antonio Costa.
«La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito», ha spiegato al termine del Consiglio Europeo questa notte la Presidente del Consiglio nel punto stampa da Bruxelles (qui sotto il video integrale, ndr). In merito dunque alle nomine sui “Top Jobs”, Meloni sottolinea la decisione di non appoggiare tale linea, «per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni. Continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa».
Come in maniera più netta aveva spiegato ieri il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, il metodo utilizzato a Bruxelles è stato molto poco democratico, quasi da «colpo di stato dei burocrati»: la Premier non riutilizza tale termine ma sottolinea comunque come «Accodarsi non serve a uscire dall’isolamento. Non sono d’accordo che il voto contrario mette a rischio la nostra posizione in Ue. Sarebbe vergognoso se ce la facessero pagare». Da Von der Leyen a Macron, da Tusk alla stessa Metsola, l’invito è per non escludere l’Italia ma anzi coinvolgerla nella formazione della Commissione Europea: resta però il dato, salvo clamorosi colpi di scena in Parlamento tali nomine verranno confermate e l’indirizzo di voto dei cittadini verso un cambio di passo più verso destra dell’Europa è stato sommamente disatteso.