La prima udienza a porte chiuse del processo sul Pfizergate si è conclusa rapidamente con un rinvio, perché l’Ungheria ha chiesto di poter fornire altri documenti alla corte, ma la parte civile è fiduciosa riguardo la possibilità di portare avanti la causa, che potrebbe avere ripercussioni sulla candidatura della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anche perché quello di Liegi potrebbe non essere l’unico procedimento a suo carico. La prossima udienza, come riportato dalla Verità, si terrà il 6 dicembre e potrebbero aggiungersi altri soggetti nella parte civile. Per ora la vicenda resta sospesa: l’udienza di ieri serviva a decidere se devono essere i pm del Belgio o quelli della Procura europea Eppo ad avere la competenza sull’indagine sull’acquisto dei vaccini anti Covid di Pfizer.



La denuncia è stata presentata da Polonia e Ungheria con il lobbista Frédéric Baldan, il presidente del partito francese “Les Patriotes” Florian Philippot e l’associazione Generazioni future, ma precedentemente la procura europea aveva annunciato l’apertura di un’indagine sull’acquisto dei vaccini in seguito alle critiche sollevate dalla Corte dei conti europea. Ma la procura europea non aveva fatto più sapere nulla, “congelando” l’inchiesta. Il timore dei denunciati è che l’Eppo voglia la giurisdizione del caso per proteggere Ursula von der Leyen, che è accusata di corruzione, conflitto di interessi, interferenza nelle funzioni pubbliche e distruzione di documenti, in relazione agli sms “spariti” con il CEO della casa farmaceutica Albert Bourla.



PFIZERGATE, URSULA VON DER LEYEN INCANDIDABILE?

Protezione perché Ursula von der Leyen è candidata alla presidenza della Commissione Ue. Eppure, col rinvio dell’udienza per decidere su chi deve indagare sul Pfizergate, la posizione dell’attuale presidente dell’esecutivo europeo resta in sospeso. Secondo Frédéric Baldan, non è candidabile. C’è poi un aspetto non trascurabile, cioè il fatto che tra i denuncianti ci siano Polonia e Ungheria, due Stati membri, che hanno mantenuto le loro posizioni contro von der Leyen e la perseguono. Ma la candidata presidente è davvero incandidabile? Per i legali dei denunciati, non dovrebbe poter godere dell’immunità, ma sono pronti a chiederne la revoca in caso contrario. Si evoca, in particolare, l’articolo 17 comma 3 del Trattato dell’Ue su funzione e ruoli dei commissari europei e gli articoli 245 e 247 del Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue) sui criteri per un’eventuale sospensione dei commissari.



La questione è delicata, perché è vietato per i commissari ricevere istruzioni da soggetti terzi, ciò renderebbe il contratto sui vaccini invalido e illegale, secondo Baldan, il quale ritiene che per la sua condotta non solo è evidente la violazione dei Trattati, ma Ursula von der Leyen andrebbe sospesa. Ora il rischio è che l’attuale presidente della Commissione Ue dovesse restare al suo posto, cioè essere eletta a metà luglio e insediarsi a novembre, potrebbe ritrovarsi a rappresentare l’esecutivo europeo da indagata, per questo i denuncianti ritengono che la sua candidatura vada ritirata.