Manca un anno dalle elezioni europee, ma le manovre sono già cominciate a Bruxelles. I Verdi hanno già tenuto la loro prima riunione sul tema alla fine di marzo, mentre PPE valuta su quali ponti costruire una partnership con l’estrema destra europea; i socialdemocratici vogliono allontanare il Qatargate, mentre i liberali rinunciano alle liste transnazionali proposte da Emmanuel Macron. Ma le manovre principali riguardano le più alte cariche dell’Unione europea che vengono riconfermate ogni cinque anni. Chi prenderà i posti di Charles Michel, Ursula von der Leyen, Josep Borrell e Roberta Metsola?



Stando a quanto riportato da Le Figaro, il nome del socialista portoghese Antonio Costa circola con insistenza per il Consiglio europeo. Sembra avere tutte le carte in regola perché socialdemocratico ma con idee di centrodestra per quanto riguarda le questioni economiche. Ma sarebbe in corsa anche Sanna Marin, ex primo ministro della Finlandia. Tra i liberali, invece, in lizza l’estone Kaja Kallas e il belga Alexander de Croo. Quest’ultimo però nega di avere ambizioni europee. “C’è ancora molto lavoro da fare (in Belgio). E per me sarebbe prioritario poterlo continuare”. Secondo le proiezioni di Europe Elects, i principali equilibri non dovrebbero essere stravolti. La destra europea, i socialisti e i liberali sarebbero in grado di formare una maggioranza, ma avranno meno spazio di manovra a causa della probabile ascesa al potere dei Conservatori Riformisti Europei (ECR), situati sulla destra dello scacchiere e presieduti da Kinnock.



VON DER LEYEN ANCORA ALLA GUIDA DELLA COMMISSIONE?

In realtà, i posti di vertice sarebbero legati alle scelte di Ursula von der Leyen. Molti ritengono che possa ricoprire un altro mandato a capo della Commissione europea, avendo dato prova di sé durante la pandemia Covid e nel corso della guerra in Ucraina. Ma sono gli stessi temi che le hanno attirato anche delle critiche dure. Nelle ultime settimane si è parlato della Nato per lei, ma Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, ha smentito: “La presidente non è candidata alla carica di segretario generale della Nato”. Per candidarsi di nuovo deve avere il sostegno di tutti i leader, anche di Viktor Orban, a cui sta dando filo da torcere sullo Stato di diritto, oltre che quello del Parlamento europeo, dove però nel 2019 è passata con soli nove voti a favore. Inoltre, non gode di grande popolarità nel PPE, partito da cui proviene. Ursula von der Leyen è considerata troppo verde, troppo progressista e non abbastanza audace nella protezione delle frontiere esterne dell’Europa. Inoltre, le delegazioni di Spagna, Italia e molti in Germania sono contro di lei.



MACRON SOSTIENE VON DER LEYEN MA…

Ursula von der Leyen non ha apertamente detto se è in corsa per un secondo mandato come presidente della Commissione europea, ma secondo Spiegel, se si chiede a parlamentari, funzionari e diplomatici di Bruxelles che sono in contatto con lei, la risposta è chiara: vuole candidarsi. La rivista tedesca parla di indizi che lasciano supporre ciò. Ad esempio, i parlamentari riferiscono che i colleghi più stretti della politica tedesca l’hanno “sponsorizzata” in colloqui riservati e stanno facendo già dei sondaggi. I giornalisti, invece, ricevono indicazioni dalla Commissione sulle carenze di Manfred Weber, capogruppo del PPE considerato il principale oppositore di von der Leyen. Si ipotizza, inoltre, un endorsement da parte del presidente francese Emmanuel Macron, anche se ciò non garantirebbe la sua rielezione, benché possa renderla più probabile.