Torna al centro delle cronache la trattativa che la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe condotto in gran segreto con la Pfizer per raggiungere un accordo circa la fornitura all’Ue dei vaccini dello stesso gruppo farmaceutico. A puntare il dito nei confronti di una delle figure politiche più importante dell’intera Unione Europea, è la Corte dei Conti, che nella giornata di lunedì, come si legge su Libero, ha pubblicato una relazione dettagliata sulla vicenda, accusando la Commissione di rifiutarsi di svelare i dettagli della trattativa, a cominciare da alcuni sms che la Von der Leyen si sarebbe scambiata personalmente con Bourla, l’ad di Pfizer (accordo da 1,8 miliardi di dosi per 35 miliardi di euro).



A far venire il sospetto, il fatto che le trattative con le altre aziende farmaceutiche per l’acquisto di vaccini, scrive ancora Libero, sono state condotte secondo i canoni prestabiliti, quindi un team congiunto composto da alcuni membri della Commissione, con l’aggiunta di sette Paesi, e poi i risultati esposti ad un comitato direttivo composto dai rappresentanti dei 27 Stati. Di tale vicenda, che se ne è occupata ieri sera anche la trasmissione Fuori dal Coro, se ne era occupato per il primo il New York Times, lo scorso aprile, quando erano emersi appunto i famosi messaggi di testo di cui sopra «è stato negoziato come tutti gli altri contratti – le parole riportate da Libero dell’alto funzionario sanitario della Commissione che ha contribuito a guidare i negoziati, Sandra Gallina – c’è stata, forse, una pre-negoziazione diversa».



VON DER LEYEN E GLI SMS CON PFIZER: COSA SUCCEDERA’?

Ma per la Corte, è proprio la pre-negoziazione di Ursula von der Leyen che conta: «Gli aspetti chiave – le parole a Politico.eu di un revisore – dei contratti sono stati concordati in modo informale. Fu solo alla conclusione di tale accordo informale che il processo formale poté proseguire. Era davvero essenziale perle trattative».

Come riferisce ancora Libero, il problema è che il tribunale non può costringere la Commissione a rilasciare le informazioni mancanti e nemmeno il Parlamento, di conseguenza toccherà alla Von der Leyen o a Bourla rivelare qualcosa. Quest’ultimo è atteso per questo mese al Parlamento europeo in occasione del panel che si occupa di covid: chissà…