L’APERTURA DI CHARLES MICHEL AL DIALOGO ANCHE CON LE PEN E MELONI: “CONTA LA POLITICA, LA SOSTANZA”
Ursula Von der Leyen è la candidata del PPE per rimanere Presidente della Commissione Ue anche nei prossimi 5 anni, solo che in Europa le garanzie e le alleanze avute fino a qualche mese fa sembrano tutt’altro che “granitiche” ora, a meno di un mese dalle Elezioni Europee 2024. Lo dimostrano i “freddi entusiasmi” di Forza Italia nella discesa in Italia della leader popolare, così come lo stallo nel dialogo fra Meloni e la stessa Von der Leyen, così come le ultime dichiarazioni del liberale Charles Michel che invita a dialogare con tutti, anche con l’estrema destra definita invece “irricevibile” dalla politica tedesca.
«Se osservo i partiti politici che vengono definiti di estrema destra vi sono al loro interno delle personalità con cui si può collaborare, perché condividono gli stessi obiettivi su questi temi»: così ha parlato il Presidente del Consiglio Ue al Forum per la democrazia di Copenaghen. Il belga Charles Michel è candidato tra le file di ReNew Europe, il partito dei liberali con Macron, e non da oggi invita ad allargare i contorni della maggioranza europea per mantenere l’attuale coalizione bypassando la crisi di consensi di socialisti e verdi rispetto ai risultati di 5 anni fa. Non deve dunque stupire troppo l’invito lanciato da Michel in quanto da un lato punta ad aumentare il dialogo politico con le forze emergenti in Europa, dall’altro lancia una stoccata non da poco per la Presidente della Commissione che solo qualche settimana fa chiariva fosse impossibile dialogare politicamente con Identità e Democrazia, il gruppo di Le Pen, Salvini e Afd.
IL “PASSO” DI MICHEL OLTRE VON DER LEYEN CONFERMA LA FRAGILITÀ POLITICA DELLA PRESIDENTE UE VERSO LE EUROPEE. STALLO TRA FI E FDI…
«La cosa che conta davvero sono le politiche, la sostanza», ribadisce ancora il presidente uscente del Consiglio Ue, confermando i dubbi degli scorsi anni con le elezioni in alcuni Stati membri, salvo poi «abbiamo visto che era possibile lavorare con i governi di quei Paesi anche se nella coalizione c’era un partito di estrema destra». Secondo Michel, serve essere chiari su tre principi cardine: «al Parlamento Europeo la questione sarà quali saranno i partiti politici pronti a cooperare per sostenere l’Ucraina, difendere i principi democratici e rendere l’Ue più forte».
Michel politicamente compie un “passo” che in modalità e modi diversi sembra giungere anche dall’interno dello stesso Partito Popolare Europeo: la fiducia in Von der Leyen per riuscire a tenere i cordoni della maggioranza ancora per i prossimi 5 anni è sempre meno e così anche lo schema ipotizzato mesi fa a Bruxelles – ovvero coinvolgere i Conservatori di Giorgia Meloni nel prossimo Governo post-Europee – viene ora minato da più parti. Michel invita a parlare anche con ID, fronte ECR non v’è più il convinto sostegno al “cavallo” Von der Leyen nella “partita” delle Europee e dal PPE il “gelo” sulla leader popolare è sempre più forte.
Addirittura nel suo tour elettorale in Italia, dopo l’intervista da Fabio Fazio, Von der Leyen ha visto solo privatamente il leader di Forza Italia Antonio Tajani e nemmeno incontrata la Premier Giorgia Meloni: niente comizi, incontri pubblici congiunti, né tantomeno “foto opportunity” tra lo storico membro del PPE (e attuale vicepremier italiano) e la leader candidata anche per le Europee 2024. Sebbene dal coordinatore forzista Alessandro Cattaneo giunge una conferma sul sostegno a Von der Leyen («non è in discussione»), i silenzi di Tajani sulla Presidente Ue non sono da sottovalutare. «Dialogo con ECR e Meloni? È più che mai importante che un’ampia coalizione di forze pro-europee cooperi nel momento in cui sono in gioco i nostri interessi comuni», così ha spiegato la stessa Von der Leyen al forum ANSA sottolineando la volontà di «lavorare con tutti coloro che sono chiaramente impegnati a favore dello Stato di diritto, dell’Unione europea e dell’Ucraina». Un tentativo in extremis per Von der Leyen di convincere i Conservatori che un’alleanza è ancora possibile: ma da ReNew al PPE fino ad ECR, la consapevolezza di una Von der Leyen sempre più debole politicamente è ormai un fatto. Metsola, Tajani, Plenkovic, addirittura Draghi: il toto-nomi per la Commissione Ue corre mentre la campagna elettorale entra così nel suo vivo più cruciale…